Migranti sgomberati, l'ira dei poliziotti: "Questo scempio deve finire"

Scontri a Roma dopo lo sgombero dei migranti. Il Coisp: "Erano armati e pericolosi. Questa è accoglienza? Intollerabile aggredire le forze dell'ordine"

Migranti sgomberati, l'ira dei poliziotti: "Questo scempio deve finire"

"Quei migranti erano armati e pericolosi. Questo fa parte dell’accoglienza?". La domanda è legittima e suona come una sfida verso il sistema italiano per la gestione dei migranti. A puntare il dito è Domenico Pianese, segretario generale del Coisp, il Sindacato Indipendente di Polizia. Da agente che per molto tempo è stato sulla strada a preservare l'ordine pubblico, Pianese vede nella guerriglia scatenata ieri a Roma dai rifugiati asserragliati in Piazza Indipendenza il simbolo "dell'insufficienza e dell'inadeguatezza" di un sistema che ha "superato di molto il limite della propria resistenza". E di cui sempre più spesso a farne le spese sono i poliziotti.

Già, perché alla fine a ricevere sassi, bottiglie e bombole a gas ci sono sempre loro. Casco in testa, scudo per difendersi dalle aggressioni, manganelli che volentieri avrebbero tenuto nella fondina. Lo sgombero realizzato alcuni giorni fa al palazzo di via Curatone e la pulizia della piazza realizzata ieri non sono certo "colpa" di chi veste la divisa. La foto che mostra l'agente accarezzare dolcemente una migrante lo dimostra. In quella mano c'è comprensione e amore, ma anche il rispetto per la legge da parte di chi è chiamato a farla rispettare.

L'immigrazione massiccia e l'inadeguatezza delle scelte amministrative, secondo Pianese, "stanno mettendo a dura prova la sicurezza interna del Paese e soprattutto stanno mettendo a serio ed ulteriore rischio l’incolumità degli appartenenti alle forze dell’ordine, lasciati soli a fronteggiare ogni aspetto di questa situazione, compresi quelli più violenti e pericolosi". Come successo ieri nella Capitale. "Che a Roma un folto gruppo di migranti aggrediscano gli agenti impegnati in uno sgombero, armati di tutto punto con bombole, bottiglie incendiarie e quant’altro è gravissimo e intollerabile. Ci chiediamo, anche questo fa parte dell’accoglienza di cui certa politica si vanta tanto?".

Evidentemente la risposta dovrebbe essere negativa. Ma spesso governi e amministratori di risposte non ne danno. Abbozzano solo qualche mugugno. Ai rifugiati di via Curatone era stata proposta un'alternativa dal Comune, ma quasi tutti l'hanno rifiutata aizzati dagli anarchici paladini delle okkupazioni. Preferendo difendere l'abusivismo lanciando le bombole a gas come fossero bombe. "Protestare perché si pretende una casa al centro della Capitale alle condizioni che più aggradano non ha nulla a che fare con le richieste di aiuto di chi fugge da fame e miseria – insiste Pianese -. Moltissimi italiani non hanno un tetto sulla testa né possono scegliere come essere aiutati perché quasi ‘invisibili’".

Abitazione necessaria o meno, nessuno può arrogarsi il diritto di assaltare la polizia. "Qualsiasi sia la richiesta da fare a un Paese che tenta di accogliere, aggredire le Forze dell’Ordine rischiando di ammazzare qualcuno non è certamente un modo giustificabile o tollerabile. È un comportamento illecito gravissimo, senza se e senza ma.

Se in quella piazza affollata, in mezzo ai colleghi, fosse scoppiata una bombola di gas saremmo qui a esprimere solidarietà per morti e feriti. Questo scempio deve finire. Servono soluzioni sostanziali che sottraggano i poliziotti dall’obbligo, troppo comodo per qualcuno, di dover arginare con le nostre sole mani situazioni non solo metaforicamente esplosive".

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