Cronache

Il milione per costruire le chiese nelle tasche del vescovo dei migranti

Non si sa che fine abbia fatto il milione di euro del mutuo per la costruzione di tre chiese

Il milione per costruire le chiese nelle tasche del vescovo dei migranti

Il vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero è indagato dalla procura di Marsala per appropriazione indebita. Ora, però, la sua posizione si fa sempre più complicata. L'ex sottosegretario della Conferenza episcopale italiana, noto per le battaglie condotte a favore dei migranti, è accusato di essersi appropriato di denaro con accredito di somme sul proprio conto corrente e di assegni tratti in proprio favore dai conti correnti intestati alla diocesi di Mazara. Ora, come spiega Alessandra Ziniti su Repubblica, deve rispondere del milione di euro destinato alla costruzione di tre chiese e sparito nel nulla.

La lista dei soldi spariti è davvero lunga. Non c'è solo il milione di euro del mutuo per la costruzione di tre chiese. "Ci sono altri 570.000 euro di fondi dell'8 per mille che sarebbero stati destinati a ben altro che alle iniziative benefiche - spiega la Ziniti - c'è una moltitudine di conti correnti della Diocesi e una sorta di 'conto protezione' nel quale transitano somme destinate a conti correnti privati". E ancora: "Ci sono inspiegabili prestiti per più di 225.000 euro concessi dall'economo della Curia a un sacerdote nel frattempo condannato per tentata violenza sessuale e sospeso a divinis che li avrebbe dissipati ai tavoli da gioco". Diversi sacerdoti hanno confermato ai pm che "i bilanci della Diocesi erano in rosso anche a causa di alcune spese folli, come il regalo di 35.000 euro ad un parroco per l'acquisto di una macchina di lusso".

Stando ai nuovi particolari dell'inchiesta riportati da Repubblica, sul conto di Mogavero ci sarebbero molto di più dei 185mila euro contestati. Dal canto suo il vescovo di Mazara del Vallodice continua a ripetere di non essere mai stato a conoscenza dei movimenti dell'ex economo don Franco Caruso. "Contro di me un processo mediatico - scrive ai suoi fedeli - non vi chiedo di credermi sulla parola, ma dimostrerò che sono innocente".

Ma don Caruso assicura che l'arcivescovo fosse al corrente di ogni cosa.

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