Coronavirus

"Mio padre non doveva rifiutare il ricovero"

Il figlio dell'uomo in rianimazione: "In ditta sempre rispettati i protocolli di sicurezza"

"Mio padre non doveva rifiutare il ricovero"

Treviso «Mio padre è in condizioni critiche». Parla il figlio dell'imprenditore rientrato dalla Serbia, che ha rifiutato il ricovero e ora è in terapia intensiva per coronavirus. Il Giornale l'ha raggiunto ieri al telefono. Daniele Fraron è il figlio di Lino, titolare della Laserjet di Pojana Maggiore, un comune di poco più di quattromila abitanti nella parte più a sud della provincia di Vicenza. A meno di venti minuti da Vo' Euganeo, da dove il 21 febbraio scorso partì tutto. Un'azienda di centosettanta dipendenti, che tratta la lavorazione dei metalli e materiali speciali a tecnologia avanzata.

«Il 28 giugno spiega il figlio viene accertata la positività del coronavirus a mio padre. Presentava dei sintomi, dei disturbi, lì ha rifiutato il ricovero e l'hanno riaccompagnato a casa». Il padre, 64 anni, il 25 giugno, con altri tre connazionali, era rientrato da un viaggio in Serbia. Il 26, quando inizia ad avere i primi sintomi, si rivolge ai sanitari e la sera del 27 va a una festa. La notte si sente male e il 28 va al pronto soccorso di Noventa. I medici lo trasferiscono in ospedale a Vicenza, qui gli viene fatto il tampone: positivo. Trattenuto nell'area Covid, rifiuta il ricovero e viene riaccompagnato a casa.

È il 28 giugno. «Dal 28 giugno al primo luglio in quei quattro giorni, mio padre ha avuto contatti con tre persone, due amici che sono risultati negativi e il maggiordomo di cui attendiamo il tampone per domani. -spiega - Chi ha trasmesso il Covid a papà è morto». Nel frattempo arriva il primo luglio. I sanitari si recano a casa dell'imprenditore. Lino viene trasferito in ospedale. Ha la febbre. Sta male. Trasportato nel reparto Malattie infettive, ora è in rianimazione al San Bortolo di Vicenza. Una persona molto conosciuta nel mondo dell'imprenditoria, con molti contatti in politica. «Non è possibile che uno si rifiuti di essere ricoverato dice il figlio Daniele, che ora è il direttore commerciale di Energreen, una delle aziende del padre, leader nella produzione di falciatrici- Mio padre ha fatto male. Forse ha sottovalutato molti aspetti, l'ha presa con leggerezza. Le nostre aziende hanno sempre rispettato tutte le precauzioni e protocolli, visto che ci sono stati controlli in tempi non sospetti e le posso confermare che lui stesso era promotore di attivare tutti i protocolli perché le aziende fossero sicure. Per noi è un fulmine a ciel sereno».

Ieri la famiglia ha diffuso una nota. «Su quanto successo prima del giorno 28 giugno 2020, non abbiamo informazioni certe e per tale motivo preferiamo non dire niente. Le nostre aziende hanno sempre rispettato tutte le precauzioni e attuato i protocolli anti-covid, in maniera attenta e dettagliata. Non esiste alcun pericolo a riguardo di ciò. Concludiamo smentendo ogni falsa notizia di coinvolgimento della famiglia Fraron nel contagio del Covid 19 in quanto nessuno di noi ha più avuto contatti con Lino da svariate settimane almeno», è scritto nella nota della famiglia.

SBett.

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