Cronache

Monete comunali? Attenzione sindaci, non fatevi prendere la mano...

Dopo la nascita dei ducati borbonici di Castellino del Biferno parla l'ex sindaco di Guardiagrele (Chieti) che nel 2000 diventò famosa in tutto il mondo per i SIMEC (moneta locale) del professor Giacinto Auriti

Monete comunali? Attenzione sindaci, non fatevi prendere la mano...

“Un consiglio al sindaco di Castellino del Biferno voglio darlo: se questa moneta locale è concepita come un buono sconto può andar bene. Ma non esageri su questa strada…”. Il tono di Mario Palmerio è bonario, da vero abruzzese. È stato sindaco di Guardiagrele, provincia di Chieti, dal 2005 al 2010. In precedenza è stato assessore comunale. Per cui analizza con razionalità la notizia che in un Comune del vicino Molise hanno cominciato a stampare ducati locali, i “Borbone bond” con la scritta “Sud ribelle”. Un consiglio frutto di un’esperienza di diversi anni fa, che accese i riflettori di tutto il mondo sulla Majella teatina tra il 2000 e il 2001.

Guardiagrele, paese abruzzese di 9mila abitanti, balzò infatti agli onori della cronaca grazie al Simec e al suo vulcanico inventore: il professor Giacinto Auriti, guardiese doc. Fu il fondatore della scuola di Teramo, culla economica della teoria del valore indotto della moneta. Secondo questa teoria una valuta è accettata convenzionalmente come mezzo di scambio da un gruppo di consociati, che perciò la fanno diventare strumento per scambiarsi beni e servizi.

Con un percorso che attraversò gli anni Settanta, Ottanta e Novanta, il professor Auriti arrivò a entrare in polemiche roventi con la Banca d’Italia, con Carlo Azeglio Ciampi e Antonio Fazio, diventando un punto di riferimento per le teorie sul signoraggio, cioè sulla reale proprietà ultima della moneta.

Ma torniamo a Guardiagrele, Mario Palmerio. Come funzionava il Simec?
“L’idea di don Giacinto era una moneta che appartenesse al popolo. Nel 2000 l’euro cominciò ad arrivare nelle tasche degli italiani, che con il cambio a 1.936,27 lire aveva visto in un solo colpo dimezzarsi il proprio potere d’acquisto. Il SIMEC, simbolo econometrico, valeva il doppio della lira. Ovviamente circolava solo nel territorio di Guardiagrele e delle sue frazioni, perché era accettato soltanto dai commercianti locali”.

Come facevano i cittadini ad avere i Simec?
“Era don Giacinto stesso a cambiarli. La sua casa, ambientazione tra l’altro del “Trionfo della morte” di Gabriele D’Annunzio, aveva un cartello appeso al balcone”.

Cosa c’era scritto sul cartello?
“Il Simec di chi è?, questo c’era scritto. Comunque la gente andava da lui a farsi cambiare le lire e poi gli euro in Simec”.

Come la presero i guardiesi?
“All’inizio bene. Perché avevano chiaramente un potere d’acquisto addirittura aumentato rispetto alla media nazionale. Arrivarono le tv italiane e di tutto il mondo, si sparse la voce, a Guardiagrele veniva gente da tutta la costa adriatica per fare la spesa con i Simec. C’erano pullman interi!”.

Dopo che successe?
“Al di là delle vicende giudiziarie (i Simec furono prima sequestrati e poi dissequestrati dalla Guardia di Finanza, ndr), la questione era secondo me la copertura della moneta rispetto alla lira. Forse il 100% era troppo, il plusvalore avrebbe potuto essere più basso, ad esempio il 10% o il 20% in più”.

Perché che cosa accadeva?
“Spesso i commercianti andavano a fine giornata da don Giacinto e si facevano convertire in lire il corrispettivo dell’incasso di giornata in Simec. Il professore ci ha rimesso di tasca propria”.

Che persona era il professor Giacinto Auriti?
“Una personalità forte e come tutte le personalità forti con un carattere anche spigoloso. Ma intellettualmente esercitava fascino. Ha avuto a che fare anche con Beppe Grillo (lavorarono insieme alla scrittura dello spettacolo “Apocalisse morbida” del 1998, ndr). Secondo alcuni il futuro capo del Movimento 5 Stelle si è ispirato anche ad Auriti per il reddito di cittadinanza”.

Cosa resta del Simec oggi a Guardiagrele?
“Comunque il ricordo di un’esperienza forte, che ha segnato la storia del nostro paese. Alcuni collezionisti conservano ancora i Simec. E in diversi mantengono viva la memoria del professor Auriti, scomparso nel 2006”.

Con la crisi economica da coronavirus il Simec farebbe comodo anche oggi?
“Alcuni non solo lo affermano ma lo mettono nero su bianco su testate locali. Ma io non sono un economista…”.

Così Gabriele D’Annunzio descrive Guardiagrele ne “Il trionfo della morte” (1894): “Guardiagrele, la città di pietra, risplendeva al sereno di maggio. Un vento fresco agitava le erbe su le grondaie. Santa Maria Maggiore aveva per tutte le fenditure, dalla base al fastigio, certe pianticelle delicate, fiorite di fiori violetti, innumerevoli; così che l’antichissimo Duomo sorgeva nell’aria cerulea tutto coperto di fiori marmorei e di fiori vivi”.

E questa pietra non è stata smossa nemmeno dal COVID- 19. E, c’è da crederci, sopravviverà anche alle monete presenti e future…

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