Cronache

"Qui si arriva solo a piedi". Il borgo sospeso inaccessibile da due anni

Nel borgo sospeso da oltre due anni, dove l'unico collegamento è una strada sterrata percorribile solo a piedi. La funivia che dal 1989 portava a Monteviasco è stata chiusa nel 2018 dopo un incidente e da quel momento non ha più riaperto

"Qui si arriva solo a piedi": il borgo sospeso inaccessibile da due anni

A piedi. È questo l'unico modo per arrivare a Monteviasco, un piccolo borgo in provincia di Varese, che conta meno di una decina di abitanti. Per raggiungere le case della frazione del Comune di Curiglia con Monteviasco, in Val Veddasca, occorre percorrere una mulattiera formata da circa 1.400 gradini: una camminata di circa un'ora, che si snoda tra salita e soste in prossimità di due cappelline.

Nessuna strada carrabile ha mai raggiunto Monteviasco e, per risolvere il problema dell'isolamento e dello spopolamento, negli anni '70 venne installata una teleferica utile per il trasporto di oggetti, mentre nel 1989 entrò in funzione la funivia, che consentì di collegare gli abitanti della frazione con la valle. "C'è stato un periodo in cui c'erano i bambini", racconta al Giornale.it Enrico, che conosce molto bene Monteviasco, dove da anni ha una casa. Una volta, nel borgo "c'erano la scuola e tre ristoranti, che tenevano anche 200 posti e spesso facevano i doppi turni. Qui - spiega Enrico indicando l'ampio parcheggio accanto alla funivia- non si trovava più un posto". Parole che raccontano una storia diversa da quella che si trova di fronte chi sale oggi a Monteviasco.

Per le strade è difficile incontrare qualcuno, anche perché oggi "sono rimasti 7 abitanti". Per capire il motivo di tanto isolamento bisogna tornare indietro di oltre due anni, al 12 novembre 2018. Quel giorno il manutentore della funivia, SIlvano Dellea, perse la vita in un incidente mentre era al lavoro sull'impianto, come venne riportato da Varesenews. Per questo, la funivia venne temporaneamente posta sotto sequestro e iniziarono le indagini per verificare l'agibilità dell'impianto, che venne chiuso. "Alla funivia lavoravano 8 persone- ricorda Enrico- che hanno perso il lavoro". Nonostante le successive perizie e le rassicurazioni sulla ripresa dell'esercizio di trasporto, il borgo è ancora isolato. "La rabbia è che non ha niente", sottolinea Enrico, mentre racconta dei sopralluoghi, delle indagini e delle accuse che si sono abbattute anche sui componenti della coperativa che si era formata per gestire l'impianto. Una relazione del Digifema, l'organismo governativo che indaga sulla sicurezza del trasporto ferroviario e marittimo, aveva ritenuto "l'impianto funiviario Ponte di Piero - Monteviasco conforme alle normative vigenti in merito alla sicurezza dell’esercizio". Lo scorso dicembre la giunta di Curiglia con Monteviasco ha approvato il progetto per l'adeguamento della funivia, con l'intenzione di effettuare lavori di miglioramento e di manutenzione per garantirne la riapertura. Il progetto è stato inviato a Roma, al Ministero dei Trasporti, e si attende a breve il responso. Due le possibilità: l'approvazione e l'avvio dei lavori o la richiesta di integrazioni e, di conseguenza, l'allungamento dei tempi

Ora, all'isolamento dovuto alla mancanza della funivia, si è aggiunto quello causato dalla pandemia da Covid-19, che ha lasciato gli abitanti completamente soli. O quasi. Costante, infatti, rimane il sostegno dei carabinieri della stazione di Dumenza, che percorrono regolarmente il sentiero sterrato, per portare agli abitanti i generi alimentari e i medicinali di cui hanno bisogno.

A risentire della situazione non sono solamente gli abitanti di Monteviasco, ma anche i numerosi proprietari di seconde case che, di fatto, non vi si posso più recare, se non percorrendo a piedi la mulattiera. Così, chi non riesce ad affrontare un'ora di salita, è tagliato fuori. Inoltre, camminando tra le strade del borgo, si notano baite con impalcature, materiali imballati pronti per essere riportati a valle o per essere sistemati nelle abitazioni. Ma tutto è rimasto sospeso. Per questo, come riportato da Varesenews, qualche mese fa, sono state raccolte centinaia di firme di proprietari di seconde case, che hanno gridato il loro disappunto per il disagio causato dall'impossibilità di raggiungere le proprie abitazioni.

Le misure per contrastare la pandemia hanno causato lo stop anche dell'unico bar-ristorante che era rimasto aperto a Monteviasco, il Vecchio Circolo, gestito da Barbara e Roberto. "Noi saliamo a piedi- spiega Barbara al Giornale.it- ci portiamo negli zaini le cose che servono. Però non è giusto. La funivia è ferma da più di due anni, ma si tratta di un trasporto pubblico". Barbara racconta le difficoltà affrontate negli ultimi anni e le nuove idee messe in atto per cercare di contrastare questa situazione, resa ancora più difficoltosa dalle chiusure causate dalla pandemia. "Noi resistiamo- dice con forza- Monteviasco non morirà mai, perché sarà sempre qui, ma noi? Qui arrivano tanti stranieri, da tutto il mondo, noi vogliamo restare aperti per offrire un servizio a loro e anche alla popolazione, perché se dovessimo guardare al guadagno avremmo già chiuso da tempo. Adesso, però, con le chiusure è tutto più difficile". Le idee non mancano: "Guarda- dice, mostrando un banco all'interno del ristorante- avevamo già preparato tutto per la vendita alimentare, perché volevamo tenere dei prodotti da vendere ai clienti, che magari vorrebbero comprare qualcosa di quello che hanno mangiato. Noi siamo propositivi, cerchiamo di reinventarci".

Funivia Monteviasco

Proposte e iniziative per sostenere la piccola frazione arrivano anche da Marco, membro dell'associazione Aps Monteviasco borgo e natura, che si occupa del territorio. "Con me ci sono altre 7 persone, che hanno qui le case e frequentano il paese - spiega Marco al Giornale.it- Il nostro scopo è quello di tutelare e preservare il terriorio, quindi ci prenderemo cura del borgo. Per esempio, stiamo raccogliendo fondi per acquistare nuovo arredo urbano come cestini per l'immondizia e panchine. Poi vogliamo costruire delle cartine per i turisti, perché ci siamo resi conto che quando si arriva a Monteviasco non si sa dove poter trovare l'osservatorio, il punto panoramico di San Rocco, il lavatoio del Settecento e la piazza Primo Maggio. In questo modo possiamo segnalare i punti di principale interesse nel borgo". Tante le idee e le iniziative, per cercare di far rivivere Monteviasco nonostante l'isolamento e le difficoltà: "Ci impegnamo- conclude Marco- E speriamo di fare qualcosa di bello per il paese".

Dopo oltre due anni di stop, il nuovo progetto di riapertura della funivia dà qualche speranza, ma bisogna fare in fretta: "Monteviasco sta morendo- dice Enrico con la voce amareggiata di chi ha speso tempo e fatica per prendersi cura del borgo, anno dopo anno- sono passati due anni e la situazione è ancora così".

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