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Monza, consigliere Pd critica il nome "fascista" del cane poliziotto

Il consigliere comunale del Pd monzese Marco Lamperti ha richiesto delucidazioni in merito al nome del cane poliziotto in forza al comune. Il riferimento a un noto corpo militare della Repubblica di Salò è stato infatti giudicato di poco gusto

Monza, consigliere Pd critica il nome "fascista" del cane poliziotto

È stato uno spettacolo abbastanza singolare quella visto ieri durante una seduta del consiglio comunale di Monza, quando a finire al centro del dibattito politico sono finiti i presunti orientamenti ideologici di un cane poliziotto. Il consigliere comunale del Partito Democratico Marco Lamperti, attualmente all'opposizione, ha infatti richiesto un'interrogazione allo scopo di chiarire la questione in merito al nome col quale è stato chiamato il cane poliziotto che ormai da qualche tempo fa parte dell’unità cinofila della Polizia locale monzese, con supporto alle attività di contrasto dello spaccio di stupefacenti.

Il cane, come si può leggere in un documento ufficiale dell'assessorato alla Sicurezza, risponde al nome di Narco della Decima Mas. Nome forse inusuale, nel quale però molti potranno cogliere un non troppo velato riferimento alla celebre Decima Flottiglia Mas, il corpo militare della Repubblica Sociale Italiana che dal 1943 al 1945 collaborò attivamente con le forze dell'esercito tedesco presenti nell'Italia settentrionale, come giustamente precisa lo stesso Lamperti durante il suo intervento, affermando: "Di poco gusto il riferimento alla Decima Mas. Forse non tutti sanno o si ricordano cosa ha rappresentato".

Dopo la dura presa di posizione del consigliere dem, a portare un po' di chiarezza in questa bizzarra situazione ci ha pensato proprio l'assessore alla Sicurezza della Lega Nord Federico Arena, che dati alla mano ha spiegato come Decima Mas sia banalmente il nome dell'allevamento cinofilo dal quale proviene il pastore tedesco Narco, ora in forza al comune di Monza. Nella corretta compilazione di un pedigree infatti, il nome dell'allevamento viene apposto a quello del cane come fosse una sorta di cognome, in modo da facilitare di conseguenza il riconoscimento dell'animale e le eventuali analisi genealogiche.

L'assessore leghista ha poi cercato di sdrammatizzare quella che era diventata una grottesca polemica, dichiarando: "Ho un goniometro e posso assicurare che in ogni movimento della sua zampa, Narco non fa il saluto romano. Ma non solo. Abbiamo fatto dei controlli nella sua cuccia e non abbiamo trovato busti di Mussolini." - aggiungendo - "Al Pd conviene informare per tempo l’onorevole Emanuele Fiano mica che presenti un’interrogazione urgente in Parlamento. State tutti tranquilli, non abbiamo un cane fascista”.

Non è peraltro la prima volta che le strade del Pd e quelle dell'allevamento Decima Mas si incrociano all'interno delle aule consiliari italiane.

Già nel 2016 il sindaco del comune di Albenga rifiutò, in base a presupposti ideologici, l'arrivo di un cane antidroga nato nel suddetto centro cinofilo, spiegando successivamente le motivazioni del gesto: "Il nome dell’allevamento da cui proverrebbe, ‘Decima Mas’, ha un ruolo nella nostra scelta: è una questione di rispetto per la storia di Albenga. Se dovessimo prendere un cane antidroga, di certo lo faremmo da un altro allevamento e non da uno che porta il nome della milizia anti-partigiana della Repubblica Sociale Italiana".

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