Monza, saccheggiata la Cappella di Umberto I

Un furto che ha lasciato tutti a bocca aperta. Sia per il suo valore storico che per le modalità con cui si é verificato. Quattro corone di bronzo della Cappella Espiatoria di Monza sono sparite senza che nessuno se ne accorgesse. Lo sfregio al monumento dove fu ucciso Umberto I, monarca ricordato anche per aver dato il nome a una corrente stilistica e architettonica di fine '800, «è stato scoperto solo perché a breve dovevamo tenere le celebrazioni annuali per ricordare la morte del Re - spiega Stefano Di Martino, vice presidente nazionale dell'Istituto per la Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon -. I giardinieri inviati dalla Soprintendenza hanno trovato la catena tagliata e quattro corone in meno». Un colpo al cuore per la comunità monarchica italiana e non solo.

I ladri, che forse hanno agito nel fine settimana, hanno trascinato i manufatti storici danneggiando anche la gradinata, ma pare che dalla cripta non manchi niente. Il furto è stato possibile perché «la cappella è abbandonata e da due anni è senza custode da quando l'ultimo è andato in pensione» spiega Di Martino. E i mariuoli hanno approfittato di questa assenza. Tanto da darsi alla fuga con i pesanti tesori. Intanto l'architetto Daniele Rancilio, responsabile per i Beni Culturali, della Cappella e della Villa Reale ha subito presentato un esposto denuncia ai carabinieri del nucleo tutela del Patrimonio Artistico. Mancando però un sistema di telecamere, la strada delle indagini sembra essere ardua.

Le corone erano state donate dalle municipalità e dai combattenti nel 1900 e dentro la cappella, dove pare che i malviventi non siano riusciti a intrufolarsi, sono conservati oltre 200 omaggi bronzei di tutte le case reali del mondo dalla Cina alla Russia, dal Giappone all'Inghilterra e quelle di tutte le città d'Italia, delle comunità italiane nel mondo. Il monumento è stato eretto in memoria dell'assassinio di Umberto I, monarca ricordato come «Re Buono» dai sostenitori e «Re Mitraglia» dagli anarchici, avvenuto il 29 luglio del 1900 ad opera dell'anarchico Gaetano Bresci. Adesso ricorderà anche i ladri che lo hanno violato.

Ora le domande si concentrano anche su come e quando si sia verificato il furto, su quale sia l'utilizzo a cui i ladri vogliono destinare i manufatti storici trafugati visto che non si tratta del classico rame normalmente nelle cronache dei furti. Anche perché, proprio per il materiale di cui sono costituite, il valore delle corone pare difficilmente quantificabile. Per adesso, l'ipotesi più accreditata è quella che i ladri vogliano fondere i cimeli per vendere il bronzo al mercato nero.

Comunque è un episodio giudicato preoccupante dai monarchici perché ha colpito uno dei simboli più prestigiosi della monarchia italiana, come sottolinea in un commento Di Stefano: «C'è viva preoccupazione per le sorti del Monumento voluto da tutti gli Italiani per ricordare Re Umberto I. Ora abbandonato e incustodito!».

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