Cronache

Morto il cardinale Tettamanzi: guidò la diocesi di Milano dal 2002 al 2011

Teologo stimato da Giovanni Paolo II, guidò la diocesi di MIlano dal 2002 al 2011. Era entrato in seminario a soli 11 anni. Professore di teologia al seminario di Venegono Inferiore, fu chiamato a collaborare alla stesura di alcune encicliche

Morto il cardinale Tettamanzi: guidò la diocesi di Milano dal 2002 al 2011

Si è spento a 83 anni il cardinale Dionigi Tettamanzi, ex arcivescovo di Milano. Da "prete di provincia", come amava lui stesso considerarsi, era diventato un teologo molto apprezzato in Vaticano. Malato da tempo, i fedeli milanesi lo hanno visto l’ultima volta in Duomo il 25 marzo scorso, per la visita di Papa Francesco. Proprio ieri il cardinale Angelo Scola e il nuovo arcivescovo di Milano, Mario Delpini, avevano invitato i fedeli a pregare per Tettamanzi "in questa ora di prova".

Nato il 14 marzo 1934 a Renate, oggi in provincia di Monza e della Brianza, era il primo di tre figli di Egidio e Giuditta Ciceri. A soli undici anni entrò in seminario. Fu ordinato presbitero nel 1957, a 23 anni, dall'allora arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini (che poi diverrà Papa Paolo VI). Professore di teologia morale al seminario di Venegono Inferiore, Tettamanzi fu chiamato da Papa Giovanni Paolo II a collaborare alla stesura di alcune encicliche, tra cui il documento "Nuovo millennio ineunte", a conclusione del Grande Giubileo del 2000. Anche Papa Francesco lo consultò, in occasione della riforma della Curia, quando gli affidò una sorta di esplorazione finalizzata alla fusione in un unico organismo dei precedenti dicasteri per i laici, la famiglia e la vita.

Nel 1987 era stato nominato rettore del Pontificio seminario lombardo di Roma, lavorando al servizio della curia romana e della Conferenza episcopale italiana. Nominato arcivescovo metropolita di Ancona-Osimo nel 1989, aveva ricevuto l'ordinazione episcopale dal cardinale Carlo Maria Martini. Dopo due anni lasciò l'incarico, dopo la nomina a segretario generale della Cei.

Eletto arcivescovo di Genova nel 1995, dopo sette anni fu inviato alla guida della diocesi di Milano, al posto di Martini. Al superamento del 75° anno di età, nel 2009, aveva presentato le dimissioni a Papa Benedetto XVI, in base alle regole ecclesiali. Ma il pontefice lo lasciò alla guida della chiesa milanese per altri due anni, quando infine si ritirò nella villa Villa Sacro Cuore di Triuggio.

Pur avendo avuto frequenti incontri e collaborazioni con i Papi, Tettamanzi aveva sempre preferito l'umiltà. Proprio per questa ragione, prima del Conclave del 2005 (nel quale era considerato papabile), lui stesso scherzava con le persone più vicine escludendo che potesse essere effettivamente eletto. E ricordava, tra l’altro, la sua bassa statura come una caratteristica anche spirituale: sentirsi piccoli, infatti, è anche un insegnamento evangelico.

Il cardinale Tettamanzi aveva dedicato una parte importante della propria esistenza all’insegnamento e all’attività accademica di materie teologiche, approfondendo soprattutto le questioni di morale, con una preferenza per temi come il matrimonio, la famiglia, la sessualità e la bioetica. Il suo insegnamento - si legge sul sito Internet del Vaticano - è stato caratterizzato "da limpidità di pensiero, semplicità incisiva dell’esposizione, fedeltà gioiosa e convinta al Magistero della Chiesa e spiccato spirito pastorale".

"Desidero esprimere le mie condoglianze ai familiari e a codesta comunita diocesana - ha scritto Papa Francesco in un messaggio al cardinale Scola - che lo annovera tra i suoi figli più illustri e tra i suoi pastori più amabili e amati.

Penso con affetto e ricordo con gratitudine l'intensa opera culturale e pastorale profusa da questo benemerito fratello che - aggiunge il pontefice - nella sua feconda esistenza ha testimoniato con gioia il Vangelo e servito docilmente la Chiesa".

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