Cronache

È morto il giornalista Sergio Zavoli

Giornalista, scrittore e politico, lavorò in Rai dal 1947 e ne fu presidente dal 1980 al 1986. Autore di numerosi programmi tv di successo, nonché di libri, entrò in politica e fu parlamentare dal 2001 al 2018

È morto il giornalista Sergio Zavoli

Considerato un maestro nel suo campo (Montanelli lo definì "principe del giornalismo televisivo") Sergio Zavoli è morto a 96 anni. Nella sua lunghissima carriera si occupò di tutto: cronaca, sport, terrorismo, politica, cultura. Fu anche presidente della Rai e senatore della Repubblica per quattro legislature.

Nato a Ravenna il 21 settembre 1923, debuttò nel giornalismo ai tempi dell'università, nel 1943, su un giornale dei Gruppi universitari fascisti riminesi. Il grande salto subito dopo la guerra: notato per il suo timbro di voce mentre raccontava, alla radio, il derby Rimini-Ravenna, nel 1947 iniziò a a lavorare per la Rai. Passato alla tv nel 1962 ideò un programma sportivo di grandissimo successo, "Processo alla tappa", in cui ogni giorno si analizzavano i fatti salienti del Giro d'Italia. Un'altra pietra miliare sul piccolo schermo fu "La notte della Repubblica", una lunga inchiesta sugli anni di piombo in diciotto puntate.

Conduttore e autore di altri programmi di successo, come "Nascita di una dittatura", dal 1980 al 1986 fu presidente della Rai. Scrisse vari saggi, come "Viaggio intorno all'uomo" (1969), "Nascita di una dittatura" (1973), "La notte della Repubblica" (1992), legati a sue trasmissioni televisive. Pubblicò anche altri libri: "Dieci anni della nostra vita: 1935-1945" (1960); "Altri vent'anni della nostra vita: 1945-65" (1965); "Figli del labirinto" (1974); "Socialista di Dio" (1981); "Romanza" (1987); "Di questo passo" (1993); "Un cauto guardare" (1995); "Dossier cancro" (1999); "Il dolore inutile" (2002); "Diario di un cronista" (2002); "La questione: eclissi di Dio e della storia" (2007). Nel 2011 uscì il suo libro autobiografico "Il ragazzo che io fui", un viaggio nella memoria dell'Italia.

Eletto al Senato nelle liste dei Democratici di sinistra nel 2001, nelle liste dell'Ulivo nel 2006 e nel Partito democratico nel 2008 e nel 2013. È stato presidente della commissione di Vigilanza Rai dal 2009 al 2013.

L'ultimo desiderio di Zavoli è di "essere riportato a Rimini e riposare accanto a Federico Fellini". Lo ha fatto sapere la famiglia del giornalista al sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, che ha reso nota la volontà. "Tanti anni fa - ricorda il sindaco - in un racconto Zavoli aveva scritto che a Rimini un giorno sarebbe tornato "per stare, perché bisogna morire a casa, sentendo i rumori della tua strada, sapendo che da quella finestra entra odore di mare, contando le ore sui suoni e le luci che sono trascorse intorno a te dall'infanzia, quasi udendo le voci che stagnano nel bar, essendo vivo fino alla fine, insomma sino a quando non senti che queste cose ti lasciano amichevolmente morire". "Lo aveva scritto tanti anni fa. E lo ha fatto - aggiunge il primo cittadino di Rimini -. Ci ha chiesto di potere riposare per sempre accanto all'amico Federico. Per proseguire insieme il viaggio. Per ridere, scherzare. Per raccontare. Per dare suono comprensibile all'anima, anzi alle anime dei grandi e degli umili, dei potenti e degli indifesi, di chi aspetta solo che gli si dia voce uscendo per un giorno dall'anonimato. Tutti trattati allo stesso modo, con rigore e allo stesso tempo facendo prevalere la curiosità per l'essere umano e i suoi misteri, la sua impronta allo stesso unica e esemplare. Ma, prima di tutto, ascoltando".

In una nota Viale Mazzini scrive che la scomparsa di Zavoli "rappresenta una perdita incolmabile non solo per la Rai, con la quale la sua storia professionale e personale è profondamente intrecciata, ma per tutto il Paese. dopo aver esordito in radio ed aver dato anche in quei primi anni il suo insostituibile contributo, Sergio Zavoli, successivamente impegnato con spessore e intelligenza nel giornalismo sportivo, ha firmato inchieste articolate e penetranti che hanno segnato in profondità la storia civile del paese: approfondimenti come 'Nascita di una dittatura' e 'La notte della Repubblica' hanno ripercorso in forma problematica pagine drammatiche di storia nazionale mettendo in luce elementi di debolezza e anche capacità di riscatto della società italiana in quei cruciali passaggi".

"Una perdita enorme per la cultura italiana - afferma Dario Franceschini, ministro per i beni e le attività culturali -un fortissimo dolore personale. Zavoli è stato un riferimento e un maestro per intere generazioni di giornalisti, ma è stato anche narratore, uomo di cinema, poeta, parlamentare. Io ho potuto diventarne amico e mi mancheranno la forza tranquilla della sua saggezza, la quiete della sue parole, la saldezza dei suoi valori".

"È stato un maestro di giornalismo e di cultura", dichiara il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. "Ha raccontato l'Italia con originalità, saggezza e competenza. Si è occupato di storia, di politica, di sport. E qualsiasi argomento abbia affrontato lo ha analizzato con sapienza e con grande capacità narrativa. Una solida cultura di base gli ha consentito di svolgere al meglio la sua attività di giornalista e di storico. Dopo un intenso impegno nell'ambito della Rai e al vertice stesso del servizio pubblico radiotelevisivo ho avuto modo di confrontarmi con lui nella sua attività parlamentare e in particolare durante la fase di presidenza della Commissione di vigilanza della Rai. Da Zavoli c'era sempre qualcosa da apprendere. Un episodio da analizzare con maggiore attenzione.

Voglio rendere omaggio alla sua figura con sincera commozione e memore di tanti scambi di idee che abbiamo avuto a Palazzo Madama e a San Macuto dove ha sede la Commissione di vigilanza della Rai".

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