«In una soleggiata domenica di primavera una famiglia decide di andare a vedere Le isole incantate' sul Lago Maggiore». Potrebbe essere l'inizio di una novella, ma potrebbe anche essere la prima, reale, tappa di un tour per diverse mete, alla scoperta delle migliori mostre che hanno appena aperto in luoghi che già di per sé valgono una visita. Le Isole Incantate esistono davvero e sono le Isole Borromee (Isola Bella, Isola Madre, Isola dei pescatori, Isole di Brissago) sul Lago Maggiore, che insieme all'Eremo Santa Caterina del Sasso e i Castelli di Cannero, costituiscono un itinerario di grande fascino per l'attenzione con cui tutte le bellezze paesaggistiche, naturali e architettoniche sono conservate dalla famiglia Borromeo che ne è proprietaria fin dal XIV secolo e le apre generosamente ogni estate al pubblico (quest'anno dal 20 marzo).
«Le isole incantate. Il Grand Tour e la pittura di veduta nei Domini Borromeo: da Gaspar Van Wittel a Luigi Ashton» è anche il titolo della mostra di maestri paesaggisti nel grande Salone d'Onore del Palazzo dei Principi all'Isola Bella, a cura di Alessandro Morandotti, aperta fino al 25 ottobre, che racconta come gli artisti, mecenati, rappresentarono le isole nei secoli. Non solo si potrà visitare direttamente, girando per l'Isola Bella, uno degli esempi più apprezzati e meglio conservati di giardino barocco all'italiana, che fu realizzato tra il 1631 e il 1671 circa. Non solo si potrà scendere nelle Grotte, luoghi di frescura ma anche di diletto tipici dell'età barocca, e non solo si potranno ammirare gli arazzi nel Palazzo. La mostra arricchirà un percorso alla scoperta del Lago Maggiore, che potrà poi proseguire, davvero, in nave fino a raggiungere l'Isola Madre, con la sua Biblioteca e il salone del Ricevimento, o la Rocca Borromeo di Angera, con la sala della Giustizia, affrescata nel 1277 dopo la battaglia di Desio dal Maestro di Angers per mettere in relazione l'astrologia con le vicende umane (www.borromeoturismo.it, 0323-30556, 0331-931300). Da un'insolita Lombardia ci spingiamo in Romagna, a Forlì, splendida cittadina in cui si nota un incrocio di architetture, con una buona dose di monumenti in stile Fascista (Mussolini era della vicina Predappio). Qui ha inaugurato il I febbraio, fino al 14 giugno, la mostra «Boldini, lo spettacolo della modernità», a cura Francesca Dini e Ferdinando Mazzocca, nel meraviglioso complesso architettonico, ex convento, dei Musei San Domenico: nato a Ferrara nel 1842 (morirà a Parigi nel 1931) Boldini, una vita tra Parigi e Firenze, visse durante il periodo dell'affermazione dei movimenti delle Avanguardie da cui però, essendo il suo tratto sempre di stampo classico e figurativo, sembrava distanziarsi.Si può ammirare tutto il percorso del pittore ferrarese, le sue opere sono a confronto con artisti a lui contemporanei, come i Macchiaioli prima, e poi Degas, Giuseppe De Nittis, Vittorio Matteo Corcos, Serafino De Tivoli, fino a Amedeo Modigliani o Troubetzkoy (www.mostraboldini.com, www.mostrefondazioneforli.it).
A Milano non si può mancare una visita al nuovo Mudec, Museo delle Culture, che ha aperto solo lo scorso 26 marzo in via Tortona 56, all'interno dell'ex Fabbrica Ansaldo recuperata per l'occasione: è un polo multidisciplinare, su 17mila mq e dedicato alle diverse testimonianze e culture del mondo. All'interno dell'edificio si sviluppano vari spazi: dalle sale della collezione museale e delle esposizioni temporanee, all'auditorium, fino al Mudec Bistrot, Mudec Design Store, il ristorante Mudec Club, le aule didattiche, il Mudec Junior e un parcheggio. Già da marzo la collezione permanente è in larga parte accessibile con visite guidate, mentre, al termine dell'Expo, inaugurerà il percorso museale allestito nella sale espositive con le collezioni etnografiche del Comune di Milano. Molti gli eventi collaterali e un'attenzione speciale ai bambini tra i 4 e i 9 anni, che possono approfondire il tema delle culture extraeuropee con laboratori creativi e multimediali. Il museo ha aperto con le due mostre «Mondi a Milano» e «Africa»: la prima è un omaggio che il Comune di Milano rivolge a Expo 2015 e illustra come già in passato la città abbia accolto le diverse culture non europee nel corso dei suoi più rilevanti eventi espositivi. «Africa. La terra degli spiriti» dedicata all'arte africana dal Medioevo a oggi: con oltre 200 pezzi (www.mudec.it, 02.54917).Sempre a Milano e parte dell'imminente Expo è la mostra in Triennale «Arts & Foods-Rituali dal 1951» curata da Germano Celant che ha inaugurato lo scorso 9 aprile e prosegue fino al I novembre 2016.
Più di 15 ambienti dedicati ai luoghi del cibo: dalla cucina alla sala da pranzo, intesa nelle varie declinazioni possibili, oltre 40 vetrine che racchiudono oggetti da collezione usati in cucina o a tavola. La mostra è estremamente articolata, colorata e stimolante, alcune parti sono «vietate agli adulti» e riservate ai bambini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.