"Le lettere che Bossetti ha inviato ad una detenuta sono indicative dei suoi gusti sessuali, in linea con le ricerche trovate nel computer della famiglia: in entrambi si parla di dettagli intimi simili". Lo ha detto l'avvocato Enrico Pelillo, legale della famiglia Gambirasio (rappresenta in aula il padre di Yara, Fulvio, e la sorella maggiore, Keba, mentre la mamma Maura Panarese è rappresentata dall'avvocato Andrea Pezzotta) stamattina al processo contro Massimo Bossetti, in tribunale a Bergamo.
L'imputato di fronte alle parole dell'avvocato di parte civile ha più volte riso in aula e ha scosso la testa come per esprimere disapprovazione.E quando il legale ha detto che "il movente dell'omicidio di Yara è chiaro e limpido ed è di natura sessuale", l'imputato è sbottato, rompendo il silenzio: "Non è vero niente!", ha esclamato.
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