Multe "facili" per far cassa, record europeo per l'Italia: più 45,6%

L'Italia è sempre più flagellata dalla piaga delle "multe facili" con cui i Comuni fanno cassa a scapito della sicurezza: nel 2016 gli introiti delle sanzioni sono aumentati quasi del 50%

Multe "facili" per far cassa, record europeo per l'Italia: più 45,6%

È record di multe in Italia: grazie alle contravvenzioni nel 2016 sono stati raccolti 1,7 miliardi di euro, introiti che sono andati a rimpinguare le casse dei Comuni della penisola.

Di tanto sono aumentate le contravvenzioni negli ultimi anni da far impazzire il Pil in quel settore: più 8,3% nel fatturato del 2015 e più 45,6% negli incassi del 2016. Per il 2016, secondo i dati della Corte dei conti sulla gestione degli enti locali, il record di introiti piovuti dalle sanzioni spetta alle Marche: più 75,4% per un totale di 32,7 milioni di euro, anche se in termini di guadagno assoluto sbanca il Lazio con i suoi 563 milioni, un aumento del 54,6%.

La piaga delle "multe facili" miete milioni di vittime ogni anno sulle strade italiane, ma è una manna per i comuni, che difatti, sguinzagliano un esercito di vigili con indicazioni molto precise su come "fare cassa" più che a garantire la sicurezza e il benessere di guidatori e pedoni. Lo scrive La Repubblica citando Antonio Di Maggio, vice comandante dei vigili romani, che spiega: "Purtroppo diverse amministrazioni locali, soprattutto nei piccoli comuni, invitano a sanzionare imponendo limiti e divieti palesemente atti a far cassa, per i quali invece che prevalere i principi della sicurezza stradale valgono quelli del pareggio di bilancio".

E infatti, stando agli ultimi dati Aci relativi al 2015, su 100 multe, 84 sono emesse dalle polizie locali, 4 dai carabinieri e 12 dalla stradale. Dai vigili sono fioccate 9,5 milioni di multe per soste vietate e Ztl, 2,7 milioni di multe per soste vietate su passaggi merci o vicino agli incroci, e 2 milioni di multe per eccesso di velocità. Invece, le multe comminate dai vigili per aver viaggiato con le cinture di sicurezza slacciate sono state solo 32mila in tutta Italia, e per la guida in stato di ebrezza appena 4.733 multe tanto sono rari gli alcol test, persino davanti alle discoteche.

"I vigili sono obbligati a rispettare le indicazioni - ha riferito Di Maggio al quotidiano - ma nei grandi comuni è possibile discuterle insieme. In quelli piccoli invece ci sono stati casi di dirigenti rimossi e destinati ad altri incarichi per aver fatto notare l’inopportunità di direttive potenzialmente vessatorie".

E se una volta, per lo meno, le multe selvagge si potevano contrastare con i ricorsi, ora i vigili si sono fatti sempre più attenti a rispettare alla lettera il codice dalla strada, in modo da evitare, scrive ancora Repubblica, che il prezioso lavoro di incasso delle multe venga rovinato da un giudice di pace. "Nove ricorsi su dieci erano per questo - ha raccontato al quotidiano Cristiana Cristiani, giudice di pace umbra - e spesso venivano accolti per mancanza della segnaletica, dell’omologa o della taratura degli autovelox. Ora sono diminuiti: ci sono state sentenze importanti, e il codice della strada prevede modalità precise alle quali i vigili si stanno adeguando".

Insomma, se c'è qualcosa in cui l'Italia primeggia di gran lunga sugli altri Stati europei è proprio la capacità di far cassa con le contravvenzioni. L’European transport safety council, infatti, attesta che tra il 2010 e il 2015 è stato il nostro Paese ad aver avuto il maggior incremento di sanzioni per eccesso di velocità (+15%) con circa 50 multe ogni 1.000 abitanti. In compenso, sono invece diminuite quelle per guida in stato di ebrezza (-3%), per l’uso del telefonino (-4%) e per il mancato uso delle cinture (-1%), ma resta il quanto meno vago sospetto che non dipenda dalla crescente virtù degli italiani alla guida.

Una aspetto positivo a consolare i multati, però, ci sarebbe: nel nostro Paese, infatti, da anni esiste una legge che "impone agli enti locali di reinvestire il 50% del denaro incassato con le multe in provvedimenti per la sicurezza come la sostituzione degli incroci pericolosi con rotatorie, l’illuminazione degli attraversamenti pedonali e le piste ciclabili", ha spiegato l’Aci.

Ma, come si suol dire, fatta la legge trovato l'inganno: non è mai stato varato il decreto attuativo e quindi la legge è rimasta lettera morta. Non solo, il Parlamento sta addirittura facendo un passo indietro: nel passaggio in Senato della manovrina è spuntato un emendamento che elimina del tutto quell’obbligo.

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