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Riti indù nella cattedrale: la "svolta" bergogliana a Napoli

Riti indù nella cattedrale di Napoli nella festività dell'Assunta: la natura accogliente della impostazione di papa Francesco fa proseliti

Riti indù nella cattedrale: la "svolta" bergogliana a Napoli

La fedeltà alla liturgia cristiano-cattolica viene messa in discussione con una certa continuità di questi tempi: la realtà ecclesiastica di Napoli non sembra fare eccezione. Nel corso della festività che dovrebbe essere dedicata all'assunzione delle Vergine Maria, nella cattedrale partenopea sono stati registrati dei veri e propri riti indù. La Chiesa dal "volto amazzonico" - come la chiamano i progressisti ecclesiastici - fa proseliti. Nel senso di una Chiesa cattolica aperta anche a tipi di ritualità non propriamente in linea con la tradizione, per via della natura accogliente della impostazione "bergogliana".

Nel caso di specie, una piccola processione condita da balli e tamburi ha sfilato a mo'di processione nel corridoio del duomo napoletano. I sacerdoti, nel filmato, sono già presenti sull'altare. Non è ben chiaro il motivo per cui la celebrazione abbia previsto anche una ritualità di quel tipo, ma nel video pubblicato da Radio Savana può essere notata la presenza di fedeli regolarmente seduti tra i banchi, come durante una funzione, con tanto di mascherine utili contro la diffusione del contagio. Probabile, insomma, che il tutto si sia svolto durante una Messa. Il che giustificherebbe in qualche modo le critiche provenienti dal lato del "fronte tradizionale". La somiglianza con le danze di natura tribale è evidente, ma dovrebbe essersi trattato di un incontro con la religione induista.

Ad ottobre scorso, il papa ha presieduto il Sinodo panamazzonico. Molte delle disposizioni discusse da parte progressista, in fin dei conti, non sono state approvate ma - come il caso di Napoli dimostra - persiste una certa tendenza all'innovazione dottrinale ed alla sperimentazione in materia di culto religioso. Durante quel Sinodo, si è parlato dell'esposizione delle statuine raffiguranti la Pachamama nei luoghi sacri, alcune delle quali sono finite addirittura nel Tevere, a causa della protesta di qualche giovane contrariato. Ma il conservatorismo sembra aver perso la sua battaglia: la Chiesa dal "volto amazzonico" è già realtà. Il culto viene rivisitato anche nelle nostre diocesi, in Italia. La nazione che San Giovanni Paolo II riteneva essere una "eccezione" in chiave anti-relativista.

La Chiesa cattolica è stato spesso accusato di marcare troppo stretta il paganesimo durante questi sette anni di pontificato di Francesco. I tradizionalisti non hanno intenzione di mollare la presa in relazione ad uno "svilimento" - la pensano così - dell'ortodossia dottrinale. Non a caso, sono stati spesso posti accenti sulla presunta "confusione" che impererebbe in dottrina. Danzatrici induiste, dunque, accompagnate da strumenti tipici - come ripercorso da Libero - , partecipano attivamente ad una celebrazione nella giornata in cui ricorre la festività dell'Assunta: le rimostranze dei soliti sono pronosticabili con una certa facilità. E la cattedrale di Napoli, suo malgrado, può divenire il teatro indiretto dell'ennesima polemica tra gli schieramenti vaticani.

Dalla Pachamama ai riti induisti il passo è stato breve. Può aver giocato un ruolo il dialogo interreligioso, che la Chiesa di Bergoglio ricerca con costanza. Ma è altrettanto chiara la contrarietà di chi, all'opposto, pensa che il cristianesimo non possa in alcun modo essere contaminato.

Anzi, il "fronte tradizionale" è legato al concetto di primato gerarchico del cattolicesimo. La pluralità delle religione - affermano i conservatori - non può essere dipesa dalla volontà di Dio. E questa è la chiave d'interpretazione con cui l'Ecclesia dovrebbe misurarsi con le altre confessioni.

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