Cronache

Naufragio in coste libiche e morte del neonato, parte l'inchiesta

Le operazioni, coordinate dal procuratore Luigi Patronaggio e dall’aggiunto Salvatore Vella, sono finalizzate ad indagare sui reati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e naufragio

Naufragio in coste libiche e morte del neonato, parte l'inchiesta

Per il naufragio avvenuto durante lo scorso mercoledì 11 novembre nelle acque libiche, all'incirca ad una trentina di miglia a Nord rispetto alle coste del Distretto di Sabrata e Sorman, la procura della Repubblica di Agrigento ha aperto un fascicolo di inchiesta a carico di ignoti.

Nell'incidente hanno perso la vita in tutto sei extracomunitari, tra i quali un bambino di 6 mesi originario della Guinea di nome Youssef, che è divenuto simbolo della vicenda. Stando a quanto riferito dagli inquirenti le ipotesi di reato sulla base delle quali condurre le indagini sono quelle di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e naufragio. Le investigazioni, coordinate dal procuratore Luigi Patronaggio e dall’aggiunto Salvatore Vella, sono state prese in carico dalla procura della Repubblica di Agrigento per il fatto che proprio a Lampedusa sono stati condotti i primi naufraghi, vale a dire una donna incinta, la madre 17enne ed il cadavere del neonato. I corpi degli altri cinque extracomunitari deceduti nel naufragio, invece, sono stati presi in carico da Open Arms e quindi successivamente condotti a Trapani insieme ad un centinaio circa di sopravvissuti: come spiegato da Agi, tutti costoro sono stati trasbordati sulla nave quarantena ancorata dinanzi alle coste della città siciliana.

Open Arms ha riferito di aver chiesto già prima dell'incidente di potersi occupare dell'evacuazione dei più fragili, fra cui per l'appunto il neonato. Quest'ultimo, assistito dall'equipe medica a bordo della nave della Ong battente bandiera tedesca, è deceduto durante il trasporto e quindi prima dello sbarco a Lampedusa. Le indagini, che dovranno tener conto ovviamente anche di tutte quelle problematiche relative alla giurisdizione internazionale, sono tuttora in corso.

"Tutto ciò provoca rabbia, dolore e una profonda tristezza", aveva commentato il primo cittadino Totò Martello. "Di fronte a eventi terribili come questo l'opinione pubblica si commuove e si indigna, ma a questa reazione non segue un passo conseguente della Comunità europea sulla necessità di garantire la sicurezza nel Mediterraneo e si continua a scaricare sui territori di confine il peso maggiore della prima accoglienza". L'appello del sindaco è quello di procedere con le dovute attenzioni alla valutazione del cosiddetto Global Compact for Migration, "il documento delle Nazioni Unite che indica i principi per una migrazione ordinata, regolare e sicura.

Solo con flussi migratori regolati attraverso il coinvolgimento di tutti gli Stati membri si potranno evitare altre vittime innocenti".

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