Uccisa perché tradì il marito boss. È la tragica storia di Angela Costantino, assassinata nel 1994 a Reggio Calabria. Grazie alle recenti rivelazioni di alcuni pentiti tra cui Maurizio Lo Giudice, fratello del boss Nino, la squadra mobile reggina ha scoperto i tre presunti responsabili dell’omicidio della donna che sono stati arrestati questa mattina. Nell’ambito della maxi operazione sono state eseguite dodici ordinanze di custodia cautelare.
Dell’omicidio di Angela Costantino, il cui cadavere non è mai stato trovato, sono accusati Vincenzo Lo Giudice, il fratello 51enne di Nino considerato uno dei capi della cosca, il cognato Bruno Stilo e il nipote Fortunato Pennestrì. Angela Costantino era la moglie del pregiudicato Pietro Lo Giudice, figlio del boss Giuseppe e fratello di Vincenzo e considerato uno dei principali protagonisti della guerra di 'ndrangheta avvenuta a Reggio Calabria tra la metà degli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta. Giuseppe Lo Giudice è stato a sua volta ucciso in un agguato nel 1990.
Secondo quanto è emerso dalle indagini, Angela Costantino, madre di quattro figli, scomparsa mentre stava andando a trovare il marito detenuto nel carcere di Palmi, fu uccisa perché avrebbe avuto una relazione extraconiugale mentre il marito era detenuto.
Il comportamento della donna avrebbe indotto i capi della cosca Lo Giudice a ordinarne l’uccisione. Due giorni dopo la scomparsa della donna, a Villa San Giovanni (in provincia di Reggio Calabria), fu trovata una Fiat Panda alla cui guida la donna si stava recando da Reggio Calabria a Palmi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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