Saviano sì, Saviano no. La prevista ospitata al Ravello Festival dello scrittore campano, poi saltata, ha scatenato un vero e proprio mare di polemiche, che hanno portato alle dimissioni del presidente Antonio Scurati ed a dissidi interni al Partito democratico.
Le dimissioni
"Mi sono bastati, purtroppo, pochi giorni per accertare che i soci fondatori della Fondazione Ravello non rispettano la libertà intellettuale e ignorano i valori della cultura", ha spiegato in una lettera il presidente a titolo gratuito del Festival Scurati. "Da uomo di cultura e, soprattutto, da uomo libero, scelgo di rassegnare le mie dimissioni dalla carica di presidente. Le dimissioni, spontanee e irrevocabili, hanno valore immediato".
All'origine della sua scelta le frizioni con il presidente della Campania Vincenzo De Luca a causa delle ingerenze di quest'ultimo nei preparativi dell'evento. Evento che avrebbe dovuto originariamente includere due talk show: nel primo era prevista la partecipazione di Roberto Saviano, nel secondo quella del ministro della Salute Roberto Speranza. Il problema è che al governatore campano, pur se per differenti motivi, entrambi risultavano poco graditi. Che qualcosa bollisse in pentola si era intuito quando la consueta conferenza stampa di presentazione del Festival era stata annullata. Con la replica al vetriolo di Saviano, poi, sono stati chiarissimi anche i motivi alla base della scelta di presentare le dimissioni da parte di Scurati.
L'affondo di Saviano
"Vincenzo De Luca blocca la mia presenza al Ravello Festival. Nessun problema, don Vicié, non ci sarò... arripigliateve tutt chell che è o vuost...", risponde lo scrittore campano tramite un video postato su Twitter. "Mi sono immaginato il presidente De Luca che riceve l'elenco degli ospiti del festival di Ravello e vede il mio nome comparire gli ultimi giorni di agosto", immagina Saviano, che poi imita il presidente della regione Campania: "Ah, e qua ci sta Roberto Saviano, e come si è permesso? Come si è permesso Scurati di invitarlo a casa mia. Non esiste proprio, va cancellato, non è in coerenza con l'indirizzo dato dalle fondazioni".
Il consiglio di amministrazione del Festival avrebbe deciso di invitare Saviano e Speranza, ma poi tutto sarebbe stato messo in discussione dal "Cdi, il comitato di indirizzo composto da figure politiche amiche di De Luca". Nuove regole per l'evento, e tutto crolla, secondo lo scrittore campano. "Purtroppo i festival culturali sempre di più sono determinati dalla politica, sono una compagnia di giro, l'amico tuo l'amico mio, gettone qui gettone lì, Italia, cultura, amici amichetti, paranze".
La replica di De Luca
"Cda e cdi non sono mai stati interpellati dal presidente Scurati", ci ha tenuto a specificare la Fondazione Ravello per cercare di spegnere le poemiche. Anche il governatore, tuttavia, ha toccato l'argomento nel corso della sua diretta di venerdì senza, tuttavia, fare nomi espliciti: "Gli eventi che si propongono non devono essere segnati da conflitti di interesse da parte di chi li propone. Tutto quello che finanzia la Regione Campania", ha spiegato il presidente, "non deve essere per nessuno un'occasione per promuovere un sistema di relazioni personali o per passare qualche giornata di ferie a spese della Regione, ma devono essere eventi nella più assoluta trasparenza. Siamo in una stagione nella quale sono in movimento tanti enti, fondazioni, rassegne, manifestazioni", ha aggiunto De Luca. "Le regole sono quelle che vi ho ricordato, se non ci sono coincidenze di obiettivi ci si separa. Niente di particolarmente drammatico".
L'invito alla festa del Pd
La polemica è risultata una perfetta vetrina per mettersi in mostra anche per il segretario del Pd Enrico Letta, che ha voluto invitare i due
scrittori campani alla Festa del partito tramite un tweet: "Aspetto Roberto Saviano e Antonio Scurati alla prossima Festa Nazionale del Pd. Invito permanente". L'invito è arrivato, la cernita di nuovi consensi pure.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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