Coronavirus

"Zaia, ti sparo in bocca". Per i giudici non è una minaccia e assolvono il no vax

Il governatore del Veneto aveva querelato il gruppo di persone contrarie ai vaccini e al Green pass che si era recato fuori casa dell’esponente politico inscenando una dura protesta

Il governatore del Veneto Luca Zaia
Il governatore del Veneto Luca Zaia

Un mese fa uno dei tanti no vax violenti, che infiammano il web di questi tempi, aveva scritto: "Ti prendo e ti sparo in bocca". La minaccia era diretta al presidente della Regione Veneto Luca Zaia che subito dopo aveva denunciato pubblicamente il clima pesante che era stato instaurato dagli esagitati oppositori al vaccino contro il Covid-19. Il governatore aveva anche querelato il gruppo di persone che era andato davanti a casa sua per inscenare una protesta. Il blitz era stato filmato e successivamente pubblicato sui social. I magistrati hanno chiuso l’indagine in tempi record stabilendo, come riporta il quotidiano Libero, che non ci sono state minacce gravi. Una decisione che ha lasciato i più basiti, anche perché le toghe hanno addotto il fatto che il leghista sia un personaggio pubblico per "giustificare" le ingiurie e le intimidazioni.

"Ti prendo e ti sparo in bocca"

In più di un'occasione Zaia ha dichiarato che la vicenda, che lo ha trova protagonista, non dovrebbe essere sottovalutata perché, come dimostrano anche le cronache recenti, i no vax si stanno dimostrando sempre più agguerriti e violenti. Il governatore del Veneto non ha mai fatto mistero del fatto che, quando ha ricevuto la minaccia di morte, ha avuto paura per la sua incolumità. Da qui la decisione di denunciare la persona che gli aveva scritto che gli avrebbe sparato in faccia. Il no vax in questione è un militare sposato e con figli. Pensando che la denuncia avrebbe potuto rovinare la famiglia dell'uomo, Zaia ha chiesto che il no vax venisse impegnato nel volontariato, un modo indolore per fargli capire che aveva sbagliato.

L'impegno di Zaia per i vaccini

Zaia è stato preso di mira dai no vax per le sue posizioni a favore dei vaccini. In qualità di presidente della Regione Veneto, si è speso, infatti, molto per velocizzare la campagna vaccinale e lo ha fatto esponendosi anche più del dovuto. Per questo motivo è diventato un bersaglio di tutte quelle persone che sono contrarie all’antidoto contro il Covid-19. Negli ultimi mesi sono state protocollate decine di querele contro i detrattori del governatore.

In questi giorni Zaia è impegnato nel promuovere la mostra itinerante “Andràtuttobene”, che raccoglie i disegni ricevuti dai bambini veneti durante la pandemia. L’evento sarà inaugurato a Padova il prossimo 7 novembre e in successione toccherà tutti capoluoghi delle province venete, per concludersi a giugno con una tappa speciale a Vò, città divenuta simbolo della battaglia contro il Coronavirus. “Questa esposizione – ha dichiarato Zaia – è una promessa mantenuta. La tragedia del Coronavirus ha causato sofferenze e lutti, ha visto un impegno eccezionale della nostra sanità e delle altre istituzioni coinvolte.

Ma se parliamo del disagio a cui si è accompagnata, un prezzo altissimo è stato pagato da coloro che hanno perso mesi e mesi di libertà da bimbi o da adolescenti”.

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