Coronavirus

Niente contanti per riaprire. "Vi dico perché è ridicolo"

Il Cts vuole vietare l'uso dei contanti in bar e ristoranti. Bassetti: "Non ha alcun senso". E c'è chi intravede dietro un'operazione antievasione

Niente contanti per riaprire. "Vi dico perché è ridicolo"

La lotta al contante entra a gamba tesa nei protocolli redatti dal Comitato tecnico scientifico per le riaperture. L'idea è di inserirne il divieto tra le già innumerevoli limitazioni a cui i ristoratori dovranno attenersi se vogliono tornare ad accogliere clienti al tavolo. La norma, che non varrà per tutti gli esercenti e non sembra essere supportata da evidenze scientifiche, ha già scatenato un accesissimo dibattito. Viene, infatti, da chiedersi su quali basi vengano demonizzati i contanti e si ritengano la carta di credito e il bancomat "Covid free" e se non sarebbe più semplice limitarsi a suggerire a chi li maneggia di lavarsi bene le mani o, se non può, di disinfettarsele. Troppo semplice? O c'è dell'altro sotto? La misura, che arriva dopo un anno di crociate violentissime contro i contanti, si infrange infatti contro un recente studio elaborato dal Centers for Disease and Control Prevention (CDC) statunitense che ha dimostrato come la trasmissione del coronavirus attraverso il contatto di una superficie contaminata sia bassissimo. Si parla di appena un caso ogni 10mila.

La norma al vaglio del Cts

Le limitazioni, a cui i ristoratori dovranno sottostare, non sono poche. Alle vecchie normative se ne aggiungeranno altre. La prenotazione diventa obbligatoria e sarà compito del gestore del locale prediligere gli spazi all'aperto. Resta la distanza di almeno un metro tra un tavolo e l'altro e tra un cliente e l'altro. Allo stesso tavolo, poi, non potranno sedere più di quattro persone. Resta, poi, il nodo del coprifuoco. Soltanto oggi si è inziato a sussurrare l'ipotesi di tornare al ristorante anche a cena. Per il momento non c'è ancora una data da cerchiare in rosso, anche se ad Agorà su Rai 3 il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha ipotizzato il primo maggio come inizio per un'eventuale riapertura del Paese. Sebbene manchino poco più di due settimane, da alcuni giorni stanno montando (in parlamento e in piazza) le pressioni sul premier Mario Draghi affinché venga data una accelerata. Quello che più fa discutere è l'inconsistenza scientifica di certe misure. Non da ultima l'ipotesi di limitare al solo pagamento elettronico.

La verità sul contagio da contatto

Come riporta oggi la Nazione, molti ristoratori hanno letto la nuova direttiva avanzata dal Cts come un ulteriore colpo alla circolazione dei contanti, "anche in funzione antievasione". Al momento non ci sono prove concrete per corroborare questo sospetto, ma è anche vero che non esistono prove scientifiche certe che validino la soluzione del Comitato tecnico scientifico. Anzi. Come spiega lo studio del Cdc, pubblicato in Italia dal Corriere della Sera nei giorni scorsi, "il rischio di infezione da Sars-Cov-2 attraverso la via di trasmissione dei fomiti è basso e generalmente inferiore a uno su 10mila, il che significa che ogni contatto con una superficie contaminata ha meno di uno su 10mila possibilità di causare un'infezione". Le conclusioni, a cui sono giunti gli scienziati americani al termine di una intensa ricerca, fa piazza pulita dell'assunto del Cts secondo cui il coronavirus può resistere su banconote e monete fino addirittura a un mese. Persino l'uso di disinfettanti in modo routinario avrebbe poche basi scientifiche. "Nella maggior parte delle situazioni - si legge nel report - per ridurre il rischio di contagio è sufficiente la pulizia delle superfici utilizzando sapone o detergente". Per il resto, basterebbe lavarsi le mani.

L'unica regola utile

"Non ha un grande senso non utilizzare monete o banconote per ridurre il rischio". Anche Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova e componente dell'Unità di crisi Covid-19 della Liguria, non ha grossi dubbi sull'inutilità della normativa al vaglio del Comitato tecnico scientifico. "Imporre questa restrizione solo a bar e ristoranti - fa notare al Giornale.it - mentre in tutti gli altri esercenti è permesso pagare con i contanti, è francamente ridicolo". E non certo perché Bassetti vorrebbe eliminare l'uso di carte di credito e bancomat. Non è questo il punto. "Ben vengano stumenti di pagamenti alternativi al contante - continua - ma non bisogna far passare il messaggio che la carta di credito sia Covid free". Sulla plastica si possono, infatti, depositare virus, come appunto il Sars-CovV-2, esattamente come si può depositare su tutte le altre superfici. È per questo che, a detta dell'infettivologo, il Cts dovrebbe orientarsi su altre strategie. Prima tra tutte "la raccomandazione a lavarsi bene le mani". Sia quando si prendono i soldi in mano sia quando si usano la carta di credito o il bancomat. Ai ristoratori, poi, si potrebbe suggerire un'accortezza in più e cioè quella di usare i guanti.

Questo vale soprattutto per chi lavora al bancone di un bar.

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