Coronavirus

Tornare a cena al ristorante?Spunta il piano (e pure la data)

Il governo chiede al Cts nuovi protocolli per i vari settori. Con il 75% degli over 70 vaccinati previste riaperture di bar, ristoranti, teatri e cinema. Coprifuoco posticipato alle 24

Tornare a cena al ristorante? Spunta il piano (e pure la data)

Forse siamo vicini alla svolta tanto attesa. A metà maggio, infatti, potrebbe iniziare la fase della "ripartenza". Se non ci saranno imprevisti tra circa un mese il governo darà l’ok alla riaperture di molte delle attività ferme, o a servizio ridotto, a causa delle misure messe in campo dall’esecutivo per contrastare l’espandersi di Covid-19.

Tutti sperano in un cambio di passo. La pandemia ha stravolto le nostre vite, cambiato le abitudini, creato immense difficoltà economiche e portato alla chiusure di non poche attività. La fine dell’incubo iniziato oltre un anno fa, però, sembra essere prossima. Come è ovvio che sia, la ripartenza dipenderà dall'andamento dei contagi e dalla campagna di vaccinazione. Innanzitutto una delle priorità che si è imposto il governo è quella di far calare l'Rt, l'indice di trasmissione del virus, attorno allo 0,8. Un traguardo alla portata: nel report di venerdì il dato era allo 0,92. Un altro obiettivo non meno importante riguarda, appunto, la campagna di vaccinazione di massa: entro un mese si mira ad aver somministrato almeno una dose al 75% degli over 70, i soggetti più a rischio. In questo modo si creerebbe una sorta di scudo in caso di un'eventuale ripresa del contagio per le categorie più a rischio. E ciò permetterebbe anche di evitare che gli ospedali vadano in sofferenza per i nuovi, potenziali, forti afflussi di pazienti colpiti da Covid.

Sul tavolo del governo, come spiega il Messaggero, ci sono due ipotesi. La prima: aspettare il primo maggio per ripristinare il "giallo" per le Regioni. Seguendo questa strada si dovrebbero valutare successivamente anche le aperture per i ristoranti a cena, con coprifuoco spostato almeno a mezzanotte. La seconda, su cui spinge la Lega, è quella di anticipare il tutto di una settimana, a condizione che nei prossimi due report i dati sulla pandemia nel nostro Paese siano in miglioramento.

Discutere sull’avvio della fase della ripartenza non è un capriccio ma una necessità per salvare l’economia italiana e i tantissimi cittadini allo stremo dopo 14 mesi di sacrifici immensi. Di questo il premier Mario Draghi ne è consapevole. Del resto le manifestazioni degli ultimi giorni sono il chiaro segno del malessere che sta divampando nei cittadini. Oltre a lavorare a un nuovo scostamento di bilancio per garantire "adeguati ristori" alle categorie colpire dalle chiusure, il presidente del Consiglio ha chiesto al Cts di scrivere dei nuovi protocolli per tutte le categorie interessate. L’obiettivo è quello di avviare una ripartenza con riaperture reali e sostenibili e non solo di facciata, in modo da consentire a chi ha un’attività di poter lavorare ed incassare dopo mesi di vuoto.

Ogni mossa,però, verrà valutata con la massima cautela. Draghi, infatti, come fanno sapere fonti di Palazzo Chigi pare che non abbia intenzione di fissare alcuna road map delle riaperture fino a quando non saranno scesi i contagi, il numero dei morti e dei ricoveri nelle terapie intensive. E, soprattutto, "finché non sarà stato allontanato il rischio-contagio per le persone anziane, quelle che se si ammalano hanno più probabilità di finire ricoverate in ospedale: la ragione per la quale il commissario Figliuolo ha ribadito la necessità di procedere con le somministrazioni per fasce d'età". Accelerare sulla campagna di vaccinazione, quindi, sarà il fattore decisivo per avviare la ripartenza.

Tante le attività che aspettano notizie da Roma. Tra queste vi sono i teatri e cinema, duramente colpiti dalle misure restrittive anti-Covid. Il ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha fatto presente ieri che "il settore dello spettacolo vive una situazione non più sostenibile". Il ministro oggi invierà al Cts una proposta che, quando tornerà la zona gialla, prevede la riapertura delle sale con una maggiore capienza: non più l'attuale 25%, ma il 50% con un tetto massimo di 500 spettatori al chiuso (ora è di 200) e di mille all'aperto (oggi è di 400). Lo stesso Franceschini chiederà di consentire alle Regioni di programmare, solo all'aperto, eventi con un numero più alto di spettatori ma con misure di sicurezza aggiuntive. Tra queste non vi sarà il tampone. "È impraticabile e nessuno l'ha mai proposto", hanno fatto sapere dal ministero della Cultura.

Novità in vista anche per bar e ristoranti. Probabile un po’ più di libertà per le attività all'aperto. È stato dimostrato che al chiuso l'aerosol favorisce la trasmissione del virus, nonostante le distanze, mentre all'esterno, rispettando la stessa regola, le probabilità di contagio diminuiscono. Per questo, ad essere avvantaggiati saranno i ristoranti con i dehors. Più stringenti le regole per i bar, per i quali resterà vietata la vendita delle bevande d'asporto così da scongiurare la possibilità che si verifichino assembramenti fuori dai locali.

Che qualcosa stia cambiando è confermato anche dalle parole del sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, che intervenuto questa mattina ad "Agorà" su Rai3 ha ammesso di essere"un aperturista con giudizio". "Guardiamo i dati e difendiamo quello che abbiamo guadagnato, altrimenti rischiamo di aprire in anticipo e di dover richiudere", ha spiegato Sileri aggiungendo di essere "a favore delle riaperture", fatte però sulla base dell'andamento di Covid-19 e delle vaccinazioni. Sarebbe dunque un errore "anticiparle prima del 30 aprile. Aspetterei le prossime valutazioni", ha aggiunto SIleri prevedendo la possibilità di allentare le restrizioni a partire da inizio maggio. "Abbiamo dei dati in miglioramento - ha osservato il sottosegretario alla Salute - L'Rt è sceso e verosimilmente continuerà a scendere", quindi "io immagino che consolidando i dati, scendendo largamente sotto un'incidenza di 180 casi ogni 100mila abitanti, a quel punto dal 1 di maggio si può tornare a una colorazione più tenue delle Regioni: le Regioni gialle ovviamente riaprono e qualcuna potrebbe essere bianca", anche se ora "questo non posso saperlo".

Secondo Sileri anche "riaprire la sera i ristoranti potrebbe essere fattibile". "Non dal 1 maggio", ha poi puntualizzato il sottosegretario, "ma progressivamente di settimana in settimana nel mese di maggio, fino ad arrivare ai primi di giugno con una riapertura modello inglese". Quella delle aperture deve essere "una data guidata dalle vaccinazioni", ha insistito Sileri che ha ricordato che le somministrazioni del farmaco proseguono e "le dosi arrivano e quando abbiamo protetto il 75% degli over 80, il 75% dei 70-79enni e tutti i fragili, trovare un 70-80enne in terapia dovrebbe essere un evento molto raro, avremo numeri simili a quelli inglesi" si potrà pensare via via alle riaperture.

Intanto la Provincia autonoma di Trento si preparerebbe alla ripartenza. A spiegare costa accadrà nei prossimi giorni è Matteo Salvini. "Sindaci e governatori chiedono di tornare alla vita il prima possibile. Ho sentito stamattina l'assessore al turismo della Provincia di Trento e mi ha preannunciato entro la settimana la riapertura dei ristoranti all'aperto. Ordinanza sì o no, col sostegno delle loro istituzioni sanitarie", ha annunciato il leader della Lega nel corso della presentazione presso il Palazzo dei Gruppi della Camera del libro "Salute o libertà: un dilemma storico-filosofico" di Corrado Ocone.

"Perché un conto è la prudenza- ha rilanciato l'ex ministro dell'Interno-, un conto è l'ordinanza e un conto è il buonsenso, che in questo anno è mancato".

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