Ce lo ripetono da mesi: sarà un Natale diverso. Ma quanto diverso? Carlo Signorelli, igienista dell'ospedale San Raffaele di Milano, ha provato a stilare per Repubblica un decalogo con le norme fondamentali per evitare il contagio nel caso in cui si decida di festeggiare con (pochi) parenti non conviventi. Siamo tutti concentrati a capire quante persone potranno sedersi allo stesso tavolo, se potremmo andare a trovare i parenti in un un altro comune, ma in pochi si sono soffermati a pensare a come sarà possibile un convivio in epoca Covid, senza esporsi eccessivamente al rischio di contagio.
Distanziamento
Anche la tavolata di Natale dovrebbe essere nel rispetto del distanziamento: "Almeno 1,5 metri". Questa è la raccomandazione di Carlo Signorelli, perché "parlando e ridendo, un solo metro rischia di non essere abbastanza". Ma c'è di più: "Se serve, disporre i posti a scacchiera. Se il tavolo non basta usare anche i tavolini e mangiare sul divano".
Affettuosità
A Natale il coronavirus non va in vacanza, pertanto anche in questa occasione non si potranno abbracciare i parenti non conviventi. "Anche chi sembra in perfetta salute potrebbe avere il virus. La trasmissione da persone asintomatiche e l'incubazione così lunga sono le caratteristiche che hanno permesso al coronavirus di diffondersi tanto. Se solo i sintomatici fossero contagiosi e l'incubazione fosse più breve, non avremmo una pandemia così drammatica", ha spiegato Carlo Signorelli.
Condivisione
Anche questa bandita per Natale. Piatti, bicchieri, posate e tovaglioli dovranno essere rigorosamente personali. A tal proposito, Carlo Signorelli suggerisce di utilizzare le etichette con il nome. Per quanto riguarda i tovaglioli, sarebbe meglio utilizzare quelli di carta, da buttare via subito dopo l'utilizzo.
Brindisi
Che Natale e capodanno sarebbero senza? Potremmo scoprirlo a breve. Infatti, Carlo Signorelli mette in guardia da questa antica tradizione, sconsigliando il classico cin-cin con bicchieri dai quali si è già bevuto.
Avanzi del cenone e del pranzo
I cenoni e i pranzi di Natale in Italia si caratterizzano anche per un aspetto: è impossibile che non avanzi qualcosa. Siamo abituati a cucinare in abbondanza, perché da noi "melius est abundare quam deficere", più che una locuzione, è un vero e proprio stile di vita. Quindi non è raro che per i giorni successivi si torni a mangiare quanto avanzato dai cenoni e dai pranzi e anche quest'anno, pur se con le precauzioni, potremmo continuare a farlo: "Virus e batteri vengono uccisi a 60 gradi, anche per tempi brevi. Anche se non tutti i microbi muoiono, il calore riduce comunque di molto la carica virale".
Igiene delle mani
La regola del lavaggo frequente delle mani non può essere derogata nemmeno a Natale ma Carlo Signorelli raccomanda la massima attenzione in bagno: "In bagno, attenti agli asciugamani. Se ci si limita a lavarsi le mani non c'è problema. Bisognerebbe però evitare di portare al viso un asciugamano usato in precedenza da altri". L'alternativa migliore sono le salviette monouso.
Auguri telefonici
Quante volte ci siamo passati il telefono per scambiare gli auguri ed evitare decine di telefonate superflue? Quest'anno non si dovrebbe fare: "Il telefono è un oggetto pericoloso, perché parlando si potrebbe contaminare la cornetta con le goccioline. Prima di passarlo da una persona all'altra, bisognerebbe pulirlo con un fazzoletto. Oppure si può usare il vivavoce, che risolve molti problemi". Inoltre, oltre che per educazione, il telefono non andrebbe tenuto a tavola per evitare contaminazioni anche se "il coronavirus si trasmette soprattutto tramite respiro e contatto diretto fra le persone. È più difficile prenderlo toccando gli oggetti".
I canti di Natale
Convivialità a Natale è anche un canto, sia tematico che no. Ma quest'anno potremmo doverci rinunciare. "I canti di Natale vanno rimandati all'anno prossimo. Cantare è un'attività pericolosa", sottolinea Carlo Signorelli.
Finestre
Pensare di cenare o pranzare, nel giorno di Natale, con le finestre aperte sembra impensabile ma è una delle armi più efficaci per evitare il contagio. Tuttavia, come suggerisce l'igienista, il buon senso dev'essere alla base di ogni decisione: "Arieggiare i locali aiuta sempre. Se c'è del virus che circola, l'aria esterna può diluirlo o rimuoverlo. Il consiglio può essere applicabile in una città del sud, ma non in montagna al nord. Andrebbe bilanciato con l'esigenza di non creare correnti troppo fredde".
Mascherine e tamponi
Mascherine in casa il giorno di Natale sì o no? Anche su questo punto il medico dell'ospedale San Raffaele si affida al buon senso: "Mi sentirei a disagio a raccomandare la mascherina durante il pranzo di Natale, anche perché mangiando sarebbe difficile tenerla. Usiamo il buon senso. Limitiamoci a metterla se si ha tosse o raffreddore o se c'è stato il rischio di un contatto. In questi casi, però, al pranzo di Natale bisognerebbe proprio rinunciare".
Sui tamponi, invece Carlo Signorelli non ha dubbi: "Non lo consiglierei. Sia perché i test rapidi antigenici hanno una quota alta di falsi positivi, sia perché essere negativi oggi non è una garanzia che si resterà tali anche domani".
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