Noi non abbiamo paura dell'Isis

Alla domanda se avessero paura delle minacce dell'Isis e del terrorismo, la risposta delle persone è stata una, chiara e forte: "Io non ho paura"

Noi non abbiamo paura dell'Isis

Molto si è detto sui terribili attacchi terroristici che hanno colpito Parigi. I primi a parlare sono stati i capi di Stato, esprimendo la loro solidarietà ai francesi; subito dopo sono arrivati tutti gli “esperti”: esperti di geopolitica, esperti di terrorismo, esperti di Islam, esperti di sicurezza. Insomma, al commento delle Istituzioni ha si è aggiunto il commento degli accademici. A questi, poi, sono seguite le testimonianze delle persone presenti al momento degli attentati e insieme a loro l’appello delle famiglie delle vittime.

In questa gerarchia del dolore, tuttavia, da spettatrice incallita di tg aggiornati 24h su quei terribili fatti, mi sono chiesta che cosa ne pensassero le persone comuni di ciò che era accaduto. In un primo momento ho creduto che la mia paura fosse condivisa da tutti gli altri. E così con gli amici, al posto de soliti discorsi un po’ frivoli, ho chiesto se non avessero paura a fare quel viaggio a Londra proprio adesso, oppure a prendere la metro o il treno a Milano in una situazione di alto rischio. Con mia grande sorpresa, il mio mini-sondaggio aveva dato un esito sorprendente: quasi nessuno dei conoscenti “intervistati” aveva espresso sentimenti quali il timore e la paura. Invece, andavano per la maggiore risposte risolute, coraggiose o tutt’al più fataliste: “quando tocca “andarsene” non puoi farci niente ”, per intenderci.

Quelle risposte da un lato avevano placato la mia curiosità iniziale, dall’altro lato però avevano suscitato in me altre domande, altri dubbi: “Ma le persone con cui ho parlato saranno rappresentative di una maggioranza o di una minoranza?”; “Se provassi a indagare ulteriormente potrei vedere il mio exit pol ribaltato?”; “Perché non andare in quei luoghi considerati obiettivi sensibili e verificare in prima persona?”.


Ero quindi decisa a dare una risposta anche a questi dubbi, ma la posta in palio questa volta era più alta. Mi sono armata dello strumento che mi avrebbe permesso di penetrare nell’intimo delle persone, di carpire quelle risposte, e cioè la telecamera, e sono andata per le strade di Milano.

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