Cronache

"Non è legale". E l'ex-sindaco di sinistra aggredisce il segretario

Momenti di tensione durante il consiglio comunale di Siena, per la rissa sfiorata fra l'ex-sindaco di sinistra Pierluigi Piccini e il segretario comunale Franco Caridi: alla base del diverbio un'interpretazione del regolamento che l'ex-esponente del Pci non avrebbe gradito

Pierluigi Piccini (a destra, in piedi) in consiglio poco prima dell'aggressione
Pierluigi Piccini (a destra, in piedi) in consiglio poco prima dell'aggressione

Una discussione accesasi a causa di una difformità di vedute sull'interpretazione del regolamento comunale. E che si è risolta solo con l'intervento degli agenti della polizia municipale e ad altri consiglieri comunali presenti in quel momento, costretti a dividere i due intenzionati a venire alle mani. Una seduta del consiglio comunale particolarmente movimentata quella andata in scena pochi giorni fa a Siena, caratterizzata dal tentativo di aggressione dell'ex-sindaco di sinistra, Pierluigi Piccini, ai danni segretario comunale Franco Caridi.

Cos'è successo? Piccini, attualmente capogruppo di minoranza della lista "Per Siena" e in passato già primo cittadino della città toscana dal 1990 al 2001 (prima con il Pci, poi con il Pds ed infine con i Ds, ndr) non avrebbe gradito il modo in cui il segretario ha interpretato gli articoli del regolamento che disciplinano il quorum per le votazioni, vanificando a conti fatti la "trappola" che il quasi settantenne politico aveva teso per l'amministrazione di centrodestra, dall'alto della sua esperienza.

La causa dell’acceso diverbio riguardava il numero legale per l’approvazione di una delibera riguardante un debito fuori bilancio di 60mila euro: alla luce di alcune assenze quel giorno nelle fila della maggioranza, la minoranza ha estratto dai propri banchi la scheda magnetica attestante la presenza dei consiglieri, in modo da figurare assente pur restando in aula nel tentativo di far mancare i numeri per validare la votazione. L'atto è quindi passato con 13 voti favorevoli, che inizialmente sembravano insufficienti per garantirne l'approvazione. Tant'è che il presidente del consiglio, Marco Falorni, non aveva risparmiato critiche al centrosinistra.

Prima del colpo di scena: dopo aver consultato il segretario generale e l'ufficio di presidenza, Falorni ha confermato la validità della votazione. Il motivo? Gli esponenti dell'opposizione avevano sì disinserito la scheda magnetica, ma invece di uscire dall'aula in quel momento avevano comunque deciso di restare fra i banchi. E secondo Caridi, tutto ciò era comunque sufficiente per garantire il numero legale necessario. Uno stratagemma riuscito a metà quindi, che ha scatenato l'ira dell'ex-Pci: in un primo momento ha protestato, chiedendo conto di chi avrebbe attestato l'effettiva presenza della minoranza. E quando la maggioranza di centrodestra gli ha indicato il segretario, ha indirizzato frasi polemiche verso il suo operato. Caridi, alzandosi dalla sedia, lo ha invitato con decisione a calmarsi. E Piccini a quel punto si è alzato per dirigersi minacciosamente contro di lui, mentre l'interlocutore gli veniva incontro. La seduta è stata quindi temporaneamente sospesa.

E la polizia municipale ha faticato non poco, per dividerli e riportare la calma.

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