Coronavirus

Non si muore di solo Covid

I reparti oncologici di Milano sono stati tutti convertiti in reparti Covid e chi deve fare visite non può più farle

Non si muore di solo Covid

Sembra che ci sia solo il Coronavirus nel mondo. Nient’altro. Pare che sia vietato morire di altre malattie. Invece, sentite un po’, si continua a stare male e ad ammalarci anche di altro. I reparti oncologici di Milano sono stati tutti convertiti in reparti Covid e chi dovrebbe sostenere delle visite non può più. A Milano stanno sospendendo tutte le terapie dei reparti di oncologia e molti si rivolgono alla Toscana per sapere se eseguono ancora esami istologici perché a Milano non è più possibile. Anche il Pio X di oncologia è stato trasformato solo in Covid. E persino gli interventi chirurgici sono stati tutti rimandati. Le chemio e le radio lo stesso. Come se il cancro si potesse rimandare. Come se chi ha un tumore potesse decidere di sospenderlo. Pure il San Donato di Milano ha chiuso ed è stato tutto adibito a Covid. I dottori che hanno studi privati stanno allestendo ambulatori, investendo di tasca propria, per poter seguire i propri pazienti oncologici, altrimenti lasciati a se stessi. Questa volta ha ragione Renzi. O accettiamo la possibilità di morire di Covid-19 o avremo la certezza di morire di fame. O di altre malattie, per l’appunto. Situazione analoga anche al Meyer pediatrico di Firenze (tra i più importanti ospedali per bambini d'Italia) che da un mese ha rallentato la propria attività. La decisione è stata presa dal direttore generale Alberto Zanobini, nominato nel 2015 dal governatore della Toscana, Enrico Rossi, di professione avvocato, che ha pensato bene di chiudere, dal 3 marzo, l’ospedale alle visite. Riapertura prevista dopo Pasqua. E se un bambino si sente male prima o ha bisogno di una visita adesso, cosa può fare?

Un pediatra del Meyer, che ovviamente vuole garantire il suo anonimato per paura di ritorsioni, si dice sgomento: "Io non condivido questa scelta. Ho scelto di fare il medico per altre ragioni e con altri principi. Invece l’amministrazione ci ha messo in ferie forzate”. Non può esser che tutto si muova attorno a questa infezione e il resto non venga più seguito perché così facendo se non si morirà solo di Covid, ma anche di altro. “Hanno completamente perso il senno – continua - e siamo ormai in preda alla pura fobia. Sto vedendo cose indicibili, bambini che non vengono più visitati. Il Covid non vieta che si possa fare cose indispensabili per i bambini. Sennò è come valutare i danni di un incendio durante l'incendio. In fondo la mortalità del Covid è ancora, malgrado tutto, l'1%, su milioni di contagiati ancora sommersi. Niente in confronto ad altre patologie. La gestione dei pazienti cronici non andrebbe messa da parte. Ho visto bambini trattati male perché adesso c'è solo il Covid a cui pensare. Il nostro ospedale è stato svuotato di contenuti, un ospedale fantasma come la città. Ora parlano di riaprire dopo Pasqua. Ma le persone che hanno bisogno devono essere visitate subito! Superato il momento acuto, e adesso è chiaro che in Toscana i numeri della Lombardia non ci saranno, si possono fare cose che sono compatibili con il contagio. La prima fase acuta era stata giustificata perché si doveva lavorare in sicurezza e questo non era possibile. L'ospedale è stato svuotato di pazienti: da 600 visite in 3 giorni a 14. Non si contrasta il virus stando sul divano”. Non può essere che la paura sia l'unico principio sul quale basarsi, abbiamo scienza e coscienza a disposizione per saper fare le cose che si possono fare in una certa maniera. “Nulla vieta che vengano rispettate le norme – conclude - e nello stesso tempo far stare i bambini più sereni. Perché il virus non si trasmette pensandolo o respirando ma solo in determinate maniere. Bisogna basarci su ciò che conosciamo e basta, non deve prevalere il pessimismo globale. Il continuo bombardamento di notizie non aiuta anche perché ormai la gente l’ha capito che la situazione è grave. Dobbiamo cercare di essere razionali e continuare a curare tutti e mandare avanti una economia. Ci vuole molta obiettività adesso".

Il Meyer conferma che ha sospeso le visite non urgenti e l’attività chirurgica programmata “ma accanto a questo provvedimento, adottato per garantire i bambini, i genitori e gli operatori dell’Ospedale – scrive in una nota il suo ufficio stampa - il Meyer ha continuato a garantire tutte le attività non differibili, in tutti i settori e in tutte le specialità, quali ad esempio l’oncologia, la neurochirurgia, la pediatria e le Terapia intensiva neonatale. Il pronto soccorso non ha mai cessato la sua attività, attivando percorsi differenziati per pazienti con sospetto Covid. L’attività di Cardiochirurgia non è stata sospesa semplicemente perché non viene effettuata al Meyer.

Vogliamo inoltre ricordare che il laboratorio del Meyer è in grado di effettuare autonomamente i tamponi: tutti i piccoli pazienti che devono essere ricoverati presso la nostra struttura vengono sottoposti a tampone per valutare la positività ed essere eventualmente indirizzati in un percorso protetto”.

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