Cronache

"Numero sottostimato": l'allarme di Andrea Crisanti

Per Andrea Crisanti in Italia potrebbero esserci già almeno 40mila casi di coronavirus al giorno: la sua ricetta per contenere l'infezione

"Numero sottostimato": l'allarme di Andrea Crisanti

Per la prima volta dopo mesi, l'Italia è tornata sopra la soglia delle 10mila nuove infezioni di coronavirus in un giorno. Una soglia psicologica che si sperava di non rivedere più ma che conferma la piena presenza della quarta ondata nel nostro Paese. Un numero elevato che, però, a detta di Andrea Crisanti potrebbe essere fortemente sottodimensionato: "Le infezioni sono in realtà molte più di quelle che vengono comunicate nei bollettini".

Questo ha dichiarato il professore ordinario di microbiologia dell’Università di Padova al sito Fanpage, spiegando che "il rapporto tra decessi e infezioni in Italia è completamente sballato e, tenendo conto delle statistiche degli altri Paesi, a fronte di 72 morti dovremmo avere circa 40mila casi; invece ne troviamo 'solo' 10 mila". Questi perché, sempre secondo il microbiologo, in Italia è completamente saltato il sistema di tracciamento.

Proiezioni dei contagi

Rifacendosi a un modello che prende come esempio il caso dell'Inghilterra, il professore a Otto e mezzo ha spiegato che "c'è un equilibrio tra la capacità del virus di trasmettersi e quella del vaccino di bloccarlo, l'equilibrio è fissato a circa 40mila casi e 160 decessi al giorno". In Italia, però, usiamo "mascherine, Green pass e tamponi, che hanno un impatto sulla trasmissione. Credo che in Italia raggiungeremo un equilibrio ad un livello più basso, intorno ai 20mila contagi al giorno affidandoci al vaccino, al distanziamento, all'uso delle mascherine: questo sarebbe già un successo". Ma Andrea Crisanti non è convinto del fatto che siano i non vaccinati a trainare la ripresa dei contagi: "Ho una pessima opinione dei no vax ma, se siamo nel pieno della quarta ondata, la colpa non è loro, che sono quattro gatti". Per lui, tra le cause principali ci soprattutto il ritardo nella somministrazione della terza dose e, appunto, il mancato controllo sul territorio.

Green pass

"Facciamo tamponi alle persone sbagliate, si testano ogni giorno centinaia di migliaia di individui sani, che si tamponano solo per andare a lavorare o a una festa. Ci siamo affidati esclusivamente al vaccino ma abbiamo trascurato il tracciamento sul territorio", spiega Crisanti riferendosi a chi, non vaccinato, ha bisogno del tampone per ottenere il Green pass per lavorare o avere una vita sociale. "Ma, se in una casa c’è un positivo, non è detto che vengano tamponati gli altri membri della famiglia", prosegue. Anche per questo motivo, Cristanti dichiara a Fanpage, che "bisogna eliminare un’altra stupidaggine, quella che si possa ottenere il Green pass con tampone antigenico, che ha una bassissima sensibilità".

Inoltre, i microfoni di Sky TG24, il microbiologo ha detto che rimodulerebbe anche la durata del Green pass dei vaccinati: "Non è una misura di sanità pubblica. C'è sicuramente un disallineamento temporale tra la durata del Green pass e la durata della protezione della vaccinazione". In base ai dati disponibili, secondo lui avrebbe senso ridurne la validità a 9 mesi "ma io la porterei a 6 mesi".

Lockdown per i non vaccinati

Per arginare i contagi, per Andrea Crisanti la soluzione non è quella del lockdown con la regola delle 2g: "Mi sorprendo a essere per una volta su una posizione simile a quella di Giorgia Meloni". A Otto e mezzo, il professore ha ribadito che il lockdown per i non vaccinati in Italia non sarebbe ideale perché "decine di migliaia di infezioni non sono dovute ai no vax ma al fatto che non abbiamo avviato la campagna di richiami in anticipo". Il microbiologo quindi, ha proposto un'alternativa, spiegando che sarebbe "molto più sicuro obbligare le persone non vaccinate a indossare la mascherina Ffp2 quando vanno fuori che tenerli in casa. La mascherina Ffp protegge al 98%, sarebbe una misura più accettabile e meno divisiva".

La mascherina FFp2, però, per il professore dovrebbe essere indossata da tutti, anche dai vaccini, sui mezzi pubblici: "Con questi dispositivi, se usati correttamente, non si infetta nessuno. La mascherina chirurgica in determinate circostanze non basta, perché protegge gli altri ma non noi stessi. Costano di più: ma si spendono tantissimi soldi, a un certo punto si possono anche sovvenzionare, forse è una delle cose che si potrebbero fare. Se tutti usassero la mascherina Ffp2 non servirebbero tutti questi Green pass".

Terza dose

A SkyTG24, inoltre, Andrea Crisanti ha spiegato che la terza dose "andava decisa subito" e che, proprio rispetto ai dati noti sui vaccini, sarebbe stata "opportuna già dopo 5 mesi" perché "ripristina completamente la protezione". Per il momento, però, per il professore parlare di quarta dose è prematuro "ma siamo ancora nella cosiddetta 'curva di apprendimento' per quanto riguarda questa malattia e la potenza di questi vaccini.

Sicuramente verranno prodotti vaccini di seconda e terza generazione, sono già in sviluppo, si miglioreranno in termini di efficacia e durata".

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