Cronache

Stretta sui cortei No pass: cosa non potranno più fare

A partire dal prossimo fine settimana entreranno in vigore le nuove disposizioni e i controlli saranno rafforzati

Stretta sui cortei No pass: cosa non potranno più fare

Regole più rigide per chi manifesta contro il vaccino anti Covid-19 e il Green pass. La stretta è stata decisa dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese dopo le misure di sicurezza adottate nel corso del G20 di Roma, provvedimenti che hanno funzionato e che l'esecutivo intende replicare. L’obiettivo è evitare che le iniziative di protesta diventino un facile pretesto per le frange più violente, sempre pronte a creare problemi di ordine pubblico. Il governo ha deciso che non si potranno organizzare cortei nei centri storici e nelle strade maggiormente trafficate. In parole povere, i No pass dovranno manifestare nei luoghi meno frequentati e solo con sit-in. Un cambio radicale che sicuramente solleverà un vespaio di polemiche tra i manifestanti, i quali rivendicano a più riprese il loro diritto a scendere in piazza.

Il dado però è tratto e, come riporta il Corriere della Sera, il ministro Lamorgese ha già informato prefetti e questori. A partire dal prossimo fine settimana entreranno in vigore le nuove disposizioni e i controlli saranno rafforzati. In questo modo si cerca di trovare il giusto equilibrio salvaguardando sia i diritti dei manifestanti sia la salute pubblica. A confermare il provvedimento è il sottosegretario all'Interno Carlo Sibilia, il quale ha affermato: "Le manifestazioni cosiddette No pass stanno paralizzando ogni sabato, da settimane, il centro storico di tante città, creando disagi a cittadini e commercianti, oltre a generare assembramenti tra non vaccinati. Per ovviare a questi disagi il ministero dell'Interno ha varato una stretta e stabilito regole nuove: sono concessi solo sit-in e fuori dai centri storici. Vista la risalita dei contagi saranno anche intensificati i controlli sul Green pass".

Gli ultimi avvenimenti hanno ampiamente confermato che laddove si formano assembramenti senza il rispetto delle regole, aumentano a dismisura i casi di Coronavirus. Ciò è successo in particolare a Trieste, con la protesta dei portuali, dove si sono registrati anche danni alle cose durante i cortei. Il prefetto Valerio Valenti ha ordinato il blocco delle manifestazioni fino al prossimo 31 dicembre, ma è la notizia delle nuove regole imposte dal governo ad essere accolta con favore dal sindaco Roberto Dipiazza.

“Se è davvero così – ha detto – stappo lo champagne". Al Corriere della Sera ha dichiarato che farebbe “come ai tempi delle Brigate Rosse: leggi speciali. Allora c'era l'emergenza terrorismo, oggi c'è la pandemia ma il periodo è sempre drammatico. A mali estremi, estremi rimedi”. Per Dipiazza il diritto a manifestare è sacrosanto ma “ci sono dei limiti, quelli dei rispetto degli altri e della salute di tutti”. Prima di Trieste, a Roma c’era stato, l’8 ottobre scorso, l’assalto dei militanti di Forza Nuova alla sede della Cgil, un episodio riprovevole che ha avuto conseguenze immediate. Proprio in conseguenza di quell’avvenimento si è deciso di blindare il G20, che si è tenuto sempre nella Capitale.

La riuscita dell’iniziativa ha suggerito di estendere le misure su tutto il territorio nazionale sulla scorta di quello che fece nel 2009 l’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni. A quei tempi si dovevano calmierare le quotidiane manifestazioni degli studenti negli atenei italiani. Ma regolamentare i cortei non è l’unico provvedimento che il governo intende assumere.

Per garantire la salute pubblica è indispensabile che si manifesti in sicurezza ed è per questo motivo che il Viminale sta pensando di obbligare i manifestanti a indossare la mascherina anche all’aperto.

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