Olindo Romano: "Così mi hanno incastrato"

Olindo Romano parla dal carcere. L'ex spazzino è stato condannato all'ergastolo con l'accusa di essere autore, insieme alla moglie, della strage di Erba

Olindo Romano: "Così mi hanno incastrato"

Olindo Romano parla dal carcere. L'ex spazzino, intervistato da Libero, è stato condannato all'ergastolo con l'accusa di essere autore, insieme alla moglie, della strage di Erba. Dopo anni di liti condominiali, secondo la sentenza, i coniugi Romano hanno ucciso con coltelli e spranga Raffaella Catagna, suo figlio Youssef, di 2 anni, la madre Paola Galli e un altro residente del palazzo.

Ora che si trova in carcere le giornate di Olindo trascorrono nella routine, tra pulizie, cucina e le risposte alle numerose lettere che gli vengono recapitate in cella. Non perde una puntata della soap opera spagnola "Il segreto" e non segue molto la cronaca, ma su Bossetti, dice, "hanno fatto un grande pasticcio, non ho idea di come andrà a finire".

"Nei finesettimana vado in una saletta a giocare a carte, poi ceno. Mi piace cucinare piatti veloci: spaghetti col sugo, carni, cibi surgelati. Alle 23 vado a dormire, magari sbrigo le faccende domestiche e rispondo alla corrispondenza. In carcere c'è odore di fumo e Lysoform, il detersivo che uso per il bucato. Ho tre calendari, indispensabili per non dimenticarmi cosa ho da fare!"

Ma soprattutto in carcere a Olindo manca la moglie, con la quale può vedersi molto meno spesso rispetto a come erano abituati: "Il mio rapporto con Rosa non è cambiato, ma si è ridotto alle poche ore che abbiamo a disposizione.

Il 10 gennaio 2007 un carabiniere con insistenza, mi ha prospettato la migliore via d'uscita dalla mia situazione e a Rosa hanno detto la stessa cosa. Sul momento confessare mi è sembrato il minore dei mali. Chiamatela come volete: manipolazione, trappola psicologica...Non so chi abbia ammazzato quelle persone. Sono vittima o capro espiatorio".

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