Cronache

Omicidio Alatri, parla l'amico che era con Emanuele: "Ho cercato di proteggerlo"

Gianmarco, l'amico che era con Emanuele la notte in cui è stato brutalmente assassinato ha raccontato agli inquirenti come ha cercato di salvare il 20enne, poi si è sfogato su Facebook: "Non riesco a darmi pace"

Omicidio Alatri, parla l'amico che era con Emanuele: "Ho cercato di proteggerlo"

Gianmarco, l'amico che era con Emanuele Morganti la sera del suo omicidio, ha parlato con gli investigatori, aiutando a far luce sulle dinamiche del terribile pestaggio che ha ucciso il 20enne di Alatri.

"Non riesco a darmi una ragione...Non può essere vero...È inaccettabile tanta infamia, sto soffrendo troppo, ho il cuore a pezzi...Sono nato per soffrire…Cosa devo passare ancora? Perché deve essere così crudele la vita?", si è sfogato Gianmarco in un post pubblicato sul suo profilo Facebook.

Venerdì sera lui ed Emanuele, insieme ad altri amici, si trovavano fuori dal Miro in piazza Regina Margherita. Gianmarco aveva deciso di non entrare nel locale e rimanere seduto alla fontana dei Pesci, che si trova al centro della piazza. Da lì, scrive Fanpage, ha visto i buttafuori che trascinavano fuori il suo amico Emanuele, la maglietta arancione già strappata.

Allora il ragazzo si è avvicinato e ha chiesto animatamente spiegazioni agli addetti alla sicurezza del locale. "Mi sono avvicinato ad Emanuele e mi sono messo tra lui e i buttafuori. Il mio intervento ha fatto si che lui riuscisse a scappare", ha raccontato agli investigatori.

Il racconto di quella notte è drammatico: il 20ennne ha cercato di fuggire ma è stato raggiunto di nuovo. Intanto Gianmarco si trovava sopra un muretto che delimita la piazza, lo ha aggirato ed è corso in soccorso dell'amico. "Vedo che il gruppo, formato da una decina di ragazzi, insegue Emanuele e nel frattempo lo tempesta di calci e pugni - ricorda il giovane - Raggiungo il gruppo e a questo punto vedo qualcuno che colpisce Emanuele alla testa. Lui perde l'equilibrio e cade esanime. Mi sono precipitato a soccorrerlo, ma nel frattempo il gruppetto di ragazzi si accanisce su di me e sul povero Emanuele, colpendo anche lui con calci e pugni. Provo a reagire, non tanto per evitare i colpi, quanto per proteggere Emanuele".

A quel punto è arrivata una pattuglia di carabinieri che ha messo in fuga il branco di aggressori, ma per Emanuele era troppo tardi.

E Gianmarco non riesce a darsi pace per non essere riuscito a salvare l'amico.

Commenti