"La sorella disabile un problema". Il retroscena choc sull'omicidio della vigilessa

Dai racconti della sorella delle due giovani emerge una situazione familiare decisamente conflittuale

"La sorella disabile un problema". Il retroscena choc sull'omicidio della vigilessa

Non hanno più proferito parola dopo il loro arresto, trascorrendo la prima notte in carcere all'interno della medesima cella le due sorelle incriminate con l'accusa di omicidio e di occultamento del cadavere della madre, l'ex vigile Laura Ziliani.

Silvia e Paola Zani, rispettivamente di 27 e 19 anni, hanno mantenuto pertanto lo stesso atteggiamento dell'altro presunto responsabile, vale a dire Mirto Milano, fidanzato della prima ma amante segreto della seconda: quest'ultimo, detenuto in regime di isolamento a Canton Mombello, si è trincerato nel silenzio. Nell'ordinanza il gip, oltre che accusare i tre del terribile delitto, imputa loro anche il fatto di aver "privato Lucia Zani, disabile e in tutto dipendente dalla madre, dell'unico genitore superstite".

Anche il destino di Lucia, seconda figlia dell'ex vigile con difficoltà fin dalla nascita, sarebbe potuto divenire un problema per i tre. Il fatto che qualche parente decidesse di farsi avanti, a seguito dell'omicidio della madre, per divenirne tutore legale, era una preoccupazione da non sottovalutare, dato l'elevato rischio di non poter godere appieno di tutto il consistente patrimonio immobiliare. Mirto Milani, al telefono, metteva in allarme le complici, spiegando che il ruolo di tutore della sorella disabile sarebbe presumibilmente stato ricoperto dalla nonna Marisa o dagli zii Michele e Massimo. Dato che l'ipotesi avanzata dal gip è quella di un omicidio perpetrato nei confronti della vittima con lo scopo di mettere le mani sul suo patrimonio, l'idea di veder erodere il tesoretto con la nomina di un tutore per Lucia Zani diveniva un vero e proprio incubo per i responsabili. "Oltre all'usufrutto completo dell'appartamento della madre a Brescia, Lucia Zani possiede con le sorelle le altre proprietà della mamma", scrive il gip, come riportato da "Il Messaggero". "L'eventuale nomina di un parente estraneo alla stretta cerchia familiare come tutore avrebbe impedito agli indagati di amministrare a loro piacimento il patrimonio immobiliare".

I racconti della sorella disabile

Sentita dai pm, Lucia ha parlato di una situazione familiare molto conflittuale. Era la madre a mantenere entrambe le sorelle:"Silvia è stata licenziata per ben tre volte. A quanto ne so non ricevono gli affitti degli appartamenti perché è tutto bloccato". Ma anche il fatto di essere campate da Laura Ziliani non bastava alle due figlie, che chiedevano ancora più soldi alla madre. Oltre a ciò, la sorella dipinge un atteggiamento particolarmente aggressivo da parte di Silvia e Paola. Oltre che accusare la nonna di essere "perfida come un serpente", ne avevano anche per gli zii, trattavano "molto male la mamma, soprattutto Silvia si arrabbiava spesso con lei, perché dicevano che lei non le manteneva, non dava loro abbastanza soldi, questo soprattutto Paola. Si arrabbiavano spesso con me: hanno lo stesso carattere del papà che era violento e cattivo".

Nessun presentimento

Laura Ziliani parte da Brescia per raggiungere Temù il 7 maggio: "Era tranquilla e serena", dichiara il compagno. L'ex vigile aveva in programma due uscite sui monti, una da fare proprio con le figlie le quali, peraltro, avevano cucinato una torta per la festa della mamma.

Tutto preparato ad hoc, secondo gli inquirenti, coi tre che avevano pronte delle benzodiazepine da sciogliere in una tisana per stordire la donna. Dopo la morte, l'occultamento del cadavere, di cui i responsabili si sarebbero liberati sui monti.

Nella ricostruzione, tuttavia, mancano degli elementi fondamentali: rimane da comprendere chi abbia ucciso Laura ed in che modo lo abbia fatto, oltre che ottenere degli elementi in grado di chiarire come il corpo della vittima sia stato spostato dall'appartamento alle sponde dell'Oglio in Val Camonica, luogo in cui è stato rinvenuto lo scorso 8 agosto.

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