Cronache

"Così ho soccorso Willy, una scena disperata"

Il racconto del maresciallo dei carabinieri che per primo ha soccorso Willy: "Gli ho stretto la mano...ero in pena come per un figlio"

"Così ho soccorso Willy, una scena disperata"

Le chiamate al 112 sono arrivate molto dopo. Il primo a soccorrere Willy Monteiro Duarte è stato il maresciallo Antonio Carella. Alle 3,30 di domenica il carabiniere, 53 anni, stava dormendo nell'alloggio di servizio, quando delle grida diverse dal soliti schiamazzi dei fine settimana lo svegliano. Carella si alza subito, indossa la prima cosa che trova e in pochi minuti è in strada, davanti all'aiuola in largo Santa Caterina a Colleferro. Una decina di persone si muovono attorno a un ragazzo steso in terra, ormai quasi incapace di respirare. Si tratta di Willy Monteiro Duarte. Il ventunenne era già stato aiutato da Marco Romagnoli, un giovane di Colleferro che, per farlo respirare, ha tentato di estrargli la lingua dalla bocca, schiaffeggiandolo sul viso per capire se fosse cosciente. Ma niente, nessuna reazione. Il maresciallo descrive la scena come "disperata, tra le più cruente dei tanti anni passati in servizio".

Antonio Carella con una mano cerca di rassicurare Willy: "Ho stretto la mano a quel ragazzo che era a terra e gli ho fatto una carezza. Gli ho detto che sarebbe andato tutto bene e che i soccorsi sarebbero arrivati presto". Con l’altra chiama in caserma per chiedere un supporto di uomini e l’intervento del 118. Nel frattempo mette in moto le indagini che poi permetteranno l'arresto in flagranza dei quattro ragazzi di Artena. Subito interroga il gruppetto di persone radunate intorno a Willy. Alcuni parlano di un'auto che, carica "a palla", s' è fatta largo nel centro di Colleferro. Due amici del giovane steso a terra però forniscono indicazioni precise su modello e targa dell'auto. Un ragazzo, Matteo Larocca, è riuscito, con il proprio cellulare, a scattare una foto di un suv Audi, dal quale sono scesi i fratelli Marco e Gabriele Bianchi. "Ho capito subito di chi si trattava. Ho diramato modello e targa al capitano Ettore Pagano e detto di spostarsi subito a cercare ad Artena perché ero quasi certo che si trattasse proprio di loro”. I quattro erano già noti alle forze dell’ordine per aver creato risse e problemi a Colleferro. Il Suv risulta infatti intestato alla compagna di Alessandro Bianchi, fratello di Marco e Gabriele.

Nel frattempo è arrivata l'ambulanza e Carella aiuta i paramedici: "Sono rimasto accanto a Willy tutto il tempo necessario finché non lo hanno portato via. Ero in pena per lui come fosse un figlio. Prima che i portelloni si richiudessero ho visto il medico che tentava di rianimare il ragazzo facendogli un massaggio cardiaco. È l’ultima immagine che ho di Willy", racconta. Sono passate le quattro. Carella e i suoi colleghi si presentano al Night Bistrot di Artena, il bar di proprietà dei fratelli Bianchi. I ragazzi sono lì e in totale sono cinque mentre i carabinieri sono in tre. Ed è lì che il maresciallo ha l'intuizione decisiva. "Decido di dirgli che siamo lì per controlli all'auto, un modo laterale per affrontarli evitando di spaventarli troppo e scongiurando una possibile reazione", spiega. Quelli pensano di aver esagerato con la velocità e intanto si tranquillizzano.

Ed è allora che Carella li informa: "Willy Monteiro Duarte è morto".

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