Coronavirus

"È 70 volte più veloce". Perché Omicron ha sintomi diversi

Molto più trasmissiva di Delta, più sfuggente agli anticorpi ma meno grave in termini di malattia: ecco com'è la variante Omicron e perché i sintomi sono diversi rispetto al Covid del passato

"È 70 volte più veloce". Perché Omicron ha sintomi diversi

La variante Omicron del Covid-19 si prende la scena dell'attualità, soprattutto adesso che ci avviciniamo al periodo delle festività natalizie. I contagi aumentano rapidamente anche in Italia (ma non le ospedalizzazioni) e per questo resta importante spingere sulle vaccinazioni.

70 volte più trasmissiva di Delta

La motivazione principale per cui si sta diffondendo a macchia d'olio in Europa è l'alta capacità trasmissiva: uno studio dell'Università di Hong Kong dimostra come sia addirittura 70 volte più veloce della variante Delta. La buona notizia, però, c'è: si replicherebbe maggiormente nei bronchi rispetto ai polmoni, motivo per cui si trasmette più facilmente ma non provocherebbe forme più gravi di malattia rispetto a Delta. I ricercatori, comunque, sottolineano come debbano esserci ulteriori evidenze per affermare che sia esattamente così. "È importante notare che la gravità della malattia negli esseri umani non è determinata solo dalla replicazione del virus, ma anche dalla risposta immunitaria dell'ospite all'infezione", afferma a Repubblica il coordinatore dello studio, Chan Chi-wai, del Center for Immunology and Infection dell'Hong Kong Science and Technology Park.

32 mutazioni: ecco perché sfugge agli anticorpi

Come ci siamo occupati sul Giornale.it, i ricercatori sudafricani che per primi l'hanno sequenziata hanno trovato ben 32 mutazioni sulla proteina Spike, il "gancio" con il quale il Covid entra nelle cellule umane. Nessuna variante, prima d'ora, aveva contato così tante diversità rispetto a quella precedente. I primi studi di laboratorio ma anche le prime evidenze sul "campo", mostrano come un importante calo dell'effetto dei vaccini con percentuali variabili a seconda del vaccino. Spesso, infatti, si vede come anche con la terza dose si possa contrarre una lieve infezione sintomatica. Questo campo, però, è minato: è ancora presto per dare una sentenza definitiva ma, certamente, la terza dose (booster) copre certamente meglio rispetto alla vaccinazione con due sole dosi.

L'invito del presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro è a continuare a vaccinarsi, anche alla luce dei dati di efficacia che mostrano come "rispetto al rischio di infezione, superare il quinto mese dalla seconda dose riduce in qualche modo la protezione. Viceversa, quando si fa il booster la copertura si innalza immediatamente a livelli simili a quelli del completamento del ciclo vaccinale e in alcuni casi addirittura superiori". Ricordiamo, sempre, che il vaccino innanzitutto evita enormemente le forme gravi della malattia (ospedalizzazione): se si diventa positivi, nella stragrande maggioranza dei casi si è asintomatici o lievemente sintomatici come dicono tutte le statistiche relative a questa malattia. Come ci siamo occupati sul nostro Giornale, la terza dose del vaccino Pfizer-BioNtech proteggerebbe dalla variante Omicron con una risposta anticorpale 25 volte maggiore rispetto alle due dosi mentre Moderna ha comunicato che "una dose di richiamo del suo vaccino da 50 microgrammi ha aumentato significativamente la risposta immunitaria contro Omicron".

Quali sono i sintomi

Rispetto a tutte le altre varianti, poi, Omicron darebbe una sintomatologia un po' diversa rispetto al passato. Le notizie che arrivano dalla Gran Bretagna, alle prese con quasi 90mila contagi in 24 ore, mostra come i risultati iniziali "siano molto diversi da Delta, presentando quadri più lievi e più simili al raffreddore rispetto alle varianti precedenti", ha affermato Tim Spector, epidemiologo e scienziato britannico, come si legge sul Messaggero. Mancherebbe, in pratica, la classica "triade" del passato, ovvero forte tosse, febbre e perdita di gusto e olfatto, queste ultime le caratteristiche principali che abbiamo imparato a conoscere con il Covid-19. "È infatti emersa una condizione sintomatica più lieve che a molte persone sembra proprio un forte raffreddore", sottolinea l'esperto.

Proprio per questo motivo, però, è fondamentale eseguire un tampone molecolare per eliminare ogni dubbio: in questo periodo dell'anno l'influenza regna sovrana, ecco perché le due sintomatologie possono essere confuse.

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