Coronavirus

Positivi con la terza dose già fissata: cosa fare?

Domande e risposte da sapere per fronteggiare la variante Omicron che sta diventando sempre più dominante. Cosa c'è da sapere per regolarsi con la terza dose (ma anche prime e seconde) del vaccino

Positivi con la terza dose già fissata: cosa fare?

La variante Omicron è ormai un argomento all'ordine del giorno: tra tamponi, terza dose e contagi in aumento se ne parla continuamente e siamo costantemente informati. Alcuni aspetti delle regole in vigore potrebbero sfuggire ai più: i famosi casi "particolari", per esempio, o le domande che hanno bisogno della risposta di un esperto. Ecco una serie di domande e risposte che abbiamo preparato per cercare di rendere più chiaro possibile il quadro della situazione.

Ho prenotato la terza dose del vaccino anti-Covid ma sono diventato positivo prima di farla. Cosa succede?

Innanzitutto, bisogna contattare il proprio medico o l'Asl di appartenenza per comunicare l'accaduto. Durante la positività, ovviamente, si dovrà rimanere in quarantena ma, una volta negativizzati, non sarà necessario ricorrere alla dose booster del vaccino perchè infettati precedentemente. Come si legge sulle Faq del governo, poi, la dose di richiamo andrà fatta "trascorso un intervallo minimo di almeno cinque mesi (150 giorni) dall’ultimo evento (da intendersi come somministrazione dell’unica/ultima dose o diagnosi di avvenuta infezione)". Quindi, l'infezione è come se fosse "un vaccino" perché l'organismo sviluppa gli anticorpi. Come vuole la regola, trascorsi 5 mesi mesi la difesa anticorpale si abbassa e si può ricorrere alla terza vaccinazione.

Ho fatto la terza dose e, successivamente, mi sono infettato. Dovrò comunque fare un richiamo vaccinale in futuro?

Se si è diventati positivi dopo la somministrazione della terza dose non bisognerà fare più nulla se non aspettare i mesi successivi e capire quali saranno le misure adottate dal governo. Al momento, in Italia, non è prevista la somministrazione di una quarta dose e il green pass è valido per 9 mesi.

Cosa succede se si diventa positivi dopo la prima o la seconda dose?

Qui ci sono due casi distinti: se si è vaccinati entro i 14 giorni o dopo 14 giorni. "Se hai contratto il Covid-19 dopo la somministrazione della prima dose di un vaccino che ne prevede due per completare il ciclo primario, e l'infezione da Covid-19 è avvenuta oltre il quattordicesimo giorno dalla somministrazione della prima dose di vaccino (fa fede la data del primo test molecolare positivo), riceverai la Certificazione verde COVID-19 per completamento del ciclo primario insieme al green pass per guarigione", si legge sulle Faq del Governo. "Se hai contratto il Covid-19 entro quattordici giorni dalla somministrazione della prima dose di vaccino, per ricevere il green pass di ciclo vaccinale primario completato è necessaria una seconda dose, da effettuare entro 180 giorni dall'infezione (fa fede la data del primo test molecolare positivo)", dice il regolamento.

Ho iniziato il ciclo vaccinale con Moderna ma come seconda dose mi è stato somministrato Pfizer (o viceversa). Come mai? Si può fare?

Inizialmente, il ciclo vaccinale era composto da due dosi dello stesso vaccino ma negli ultimi mesi la situazione è cambiata: numerosi studi hanno evidenziato che la vaccinazione eterologa sia ancora più efficace di quella classica. Ecco perchè i due vaccini ad Rna possono essere alternati come avviene già da tempo in molti hub vaccinali. La stessa cosa vale per chi ha ricevuto la prima con AstraZeneca, vaccino ormai inutilizzato, costretti a fare la seconda e terza dose con un Pfizer o Moderna.

Sono guarito da meno di sei mesi, come faccio a ottenere il green pass?

"Per prima cosa è necessario che il tuo certificato di guarigione venga trasmesso a livello centrale. Il tuo medico curante o l'ASL che ha emesso la certificazione di fine isolamento dovranno infatti inserire i tuoi dati nel Sistema Tessera Sanitaria. Solamente dopo tale inserimento il Ministero della Salute potrà generare in automatico la tua Certificazione verde Covid-19 che, in Italia, varrà per 6 mesi dalla data di inizio validità indicata sul certificato di guarigione. Nel resto dell’Unione europea varrà per 180 giorni dal primo tampone molecolare positivo", afferma la norma in vigore.

Se il green pass vale 9 mesi, perché il certificato di guarigione da un'infezione al Covid ne vale 6?

La risposta è semplice: dopo sei mesi la difesa anticorpale scende ed è necessario vaccinarsi. Ecco perché, chi ha contratto il Covid prima di potersi vaccinare, dovrà farlo dopo sei mesi dalla guarigione. "La durata del certificato COVID digitale dell'UE (EU Digital COVID Certificate - EUDCC), rilasciato successivamente alla guarigione da un’infezione da SARS-CoV-2, è stata stabilita dal Regolamento (UE) 2021/953 del 14 giugno 2021 in 180 giorni dalla data di effettuazione del primo test molecolare risultato positivo. Tale normativa deve essere applicata in tutti gli Stati Membri dell’UE. Tuttavia, in Italia la durata di validità della Certificazione vede COVID-19 è maggiore, e varrà per 6 mesi dalla data di inizio validità indicata sul certificato di guarigione".

Chi sono quelli che sono esentati dall'obbligo del certificato verde?

Ecco le categorie: i bambini sotto i 12 anni; i soggetti esentati per motivi di salute dalla vaccinazione sulla base di idonea certificazione medica "rilasciate, a titolo gratuito, dai medici vaccinatori dei Servizi vaccinali delle Aziende ed Enti dei Servizi sanitari regionali o dai Medici di medicina generale o Pediatri di libera scelta dell’assistito che operano nell’ambito della campagna di vaccinazione anti-SARS-CoV-2 nazionale, secondo le modalità e sulla base di precauzioni e controindicazioni definite dalla Circolare Ministero della Salute del 4 agosto 2021". Esentati anche i cittadini che hanno ricevuto il vaccino ReiThera (una o due dosi) nell’ambito della sperimentazione Covitar fino al 31 gennaio 2022. Infine, tutte le persone in possesso di un certificato di vaccinazione anti SARS-Cov-2 rilasciato dalle competenti autorità sanitarie della Repubblica di San Marino, fino al 31 dicembre 2021.

In quali casi il green pass può essere revocato?

La Certificazione verde Covid-19 può essere revocata in tre casi: se una persona risulta positiva al test per il Sars-Cov-2; se la certificazione è stata rilasciata oppure ottenuta in maniera fraudolenta; nel caso in cui venga sospesa una partita di vaccino anti Covid risultata difettosa.

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