Cronache

Operaio sviene per il caldo e muore in fabbrica. Scatta la protesta dei sindacati

Muore in fabbrica un operaio per il caldo. Immediata la protesta congiunta dei sindacati

Operaio sviene per il caldo e muore in fabbrica. Scatta la protesta dei sindacati

Mentre stava lavorando, un operaio è svenuto e ha sbattuto violentemente la testa sul pavimento. L'impatto ha lasciato senza vita il corpo dell'uomo.

Accade ad Arco, in provincia di Trento, in un'azienda manifatturiera. Immediatamente, in segno di solidarietà, negli stabilimenti trentini di Rovereto e Arco, sono state indette 4 ore di sciopero da parte di Fiom, Cgil, Fim e Cisl per chiedere maggiori tutele nei confronti dei lavoratori. È stato deciso ieri durante l'assemblea congiunta. A maggior ragione in questi giorni di caldo torrido. I sindacati riportano che nell'azienda non sono presenti impianti di condizionamento che possano rinfrescare l'aria ed evitare quantomeno malori ai lavoratori. Al momento le Rsu, ossia la rappresentanza sindacale unitaria, ha chiesto e ottenuto pause più frequenti.

La protesta dei sindacati

Proprio qualche giorno fa i sindacati avevano denunciato l'allarme caldo nelle fabbriche. Di conseguenza, la "Dana", nome della fabbrica dove accaduto il tragico evento, ha installato i climatizzatori nello stabilimento di Rovereto mentre ad Arco, come detto, sono state contrattate e ottenute pause più frequenti. In quest'ultimo luogo è dove ci sono il reparto di lavorazioni meccaniche e quelle di montaggio per un totale di circa 400 operai. "La protesta - è possibile leggere nella nota sindacale - è scattata dopo che era stata posta all'attenzione della direzione aziendale la questione dei picchi di calore, senza ottenere grandi risultati. È vero che i lavoratori delle macchine sono stati concessi cinque minuti di pausa aggiuntiva, ma questi sono tenuti comunque a mantenere identica la produzione, quindi caricano di più sui ritmi di lavoro". Insomma, una vittoria a metà per i sindacati e per gli operai costretti a lavorare allo stesso modo ma in minor tempo per cinque minuti di pausa in più nonostante le condizioni climatiche siano tutto fuorché vivibili.

Soprattutto nelle fabbriche dove i picchi di calore, come riportano i sindacati e testimonia la morte di quest'ultimo operaio in ordine temporale, rendono sempre più complicate le condizioni lavorative.

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