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Otranto, la procura sequestra il cantiere del Twiga

Su ordine della procura di Lecce i carabinieri e la polizia provinciale hanno posto i sigilli allo stabilimento Twiga di Otranto. Ma per il sindaco "quel progetto non è diverso da tutti gli altri del nostro litorale"

Otranto, la procura sequestra il cantiere del Twiga

Doccia fredda per il Twiga Beach Club del Salento. La procura di Lecce ha disposto il sequestro dello stabilimento balneare a cinque stelle di Otranto a cui Flavio Briatore ha concesso il marchio. I lavori sono stati bloccati per presunte irregolarità. Il Comune di Otranto ha autorizzato la realizzazione delle strutture (ristorante, cucine, servizi igienici, piscina, solarium, parcheggio) in un’area privata di cinque ettari, tramite una convenzione regolata dalla norma sugli accessi al mare.

Ma secondo la procura le opere, realizzate in un’area che il piano regolatore individua come "agricola", sarebbero ben più complesse rispetto a quelle che potevano essere realizzate. Il Twiga di Otranto è di proprietà della società Cerra, presieduta dall’imprenditore Mimmo De Santis e composta da altri imprenditori salentini.

Il sindaco di Otranto, Luciano Cariddi, prima che avvenisse il sequestro aveva rilasciato questa dichiarazione: "Il Comune garantisce l’accesso al mare in

prossimità dei lidi fin dal 1987 e questo progetto non differisce certo dagli altri. Temo che quello che sta accadendo sia dovuto solo alla risonanza mediatica dovuta al coinvolgimento nel progetto di Flavio Briatore".

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