Cronache

Concerto choc per il Primo maggio: la band inneggia alle Br e oltraggia Aldo Moro

A Reggio Emilia la performance della band che evoca gli Anni di piombo. Nei testi, allusioni violente e oltraggi alla memoria. Ma l'Arci minimizza: "Solo provocazioni"

Concerto choc per il Primo maggio: la band inneggia alle Br e oltraggia Aldo Moro

Le loro rime evocano il passato buio degli Anni di piombo. Colpiscono duro, incitano alla violenza. Oltraggiano. Si rifanno all'immaginario della sinistra estrema, quella che non ha mai cambiato musica. Nei testi del gruppo rap "P38 -La Gang" (un nome già di per sé tristemente evocativo), c'è un armamentario ideologico trasformato in refrain, se non addirittura in esaltazione delle Brigate Rosse. "Zitto zitto pagami il riscatto, zitto zitto sei su una R4", recita uno dei testi del gruppo. Ed è difficile, se non impossibile, non pensare al drammatico rapimento e alla successiva esecuzione di Aldo Moro. Opera, per l'appunto, delle Br. Chissà, forse quel ritornello agghiacciante - unito ad altri di eguale tenore - avrà ricevuto pure qualche applauso: i "P38", infatti, il primo maggio scorso si sono esibiti in un circolo Arci di Reggio Emilia, il "Tunnel", nell'ambito di un'iniziativa denominata "Festa dell'Unità Comunista".

Nella terra in cui, oltre cinquant' anni fa, nacquero le Brigate Rosse, il gruppo rap è salito sul palco davanti a una sessantina di persone, come racconta l'edizione locale del Resto del Carlino. Accanto a loro sarebbe anche stata esposta una bandiera delle Br. Del resto, il primo album della band si intitola proprio "Nuove Br". Così, Astore, Papà Dimitri, Jimmy Pentothal e Yung Stalin - questi i nomi d'arte dei componenti del gruppo - sono andati in scena. Incappucciati con un passsamontagna bianco. Non sappiamo con quali brani abbiano intrattenuto la platea dell'Arci reggiano, ma basta scorrere le tracce del loro disco per avere l'imbarazzo della scelta e ritrovarci pezzi come "Primo comunicato", Gulag II", "Giovane Stalin", "Bocconibrucia". Sulla copertina, una Renault 4 rossa con il bagagliaio aperto. E l'immancabile stella asimmetrica a cinque punte a racchiudere il nome P38.

La presenza del gruppo alla "Festa dell'Unità Comunista" ha chiaramente suscitato polemiche e imbarazzo. Ma il presidente del circolo Tunnel, Marco Vicini, ha difeso la scelta di ospitare la band. "Il trap per vocazione tratta tematiche estreme e provocatorie. E si ispira solo edonisticamente alla microcriminalità o alle droghe. Questo gruppo, che ha un certo seguito ed è da mesi in tournée, partecipando anche ad importanti festival nazionali ha dato una declinazione altrettanto provocatoria con le Br", ha sostenuto Vicini, come riporta Il Resto del Carlino. Solo provocazioni, insomma. Certo, a leggere versi come "giro travisato con i miei fratеlli, rave sulla tomba di Montanelli", verrebbe da pensarla molto diversamente.

"I fascisti si incazzavano allora a sentire le parole di Giovanni Lindo Ferretti e si infuriano adesso ad ascoltare i P38", ha aggiunto il presidente del circolo Tunnel, spiegando che "ci sono problemi più importanti di questa discussione". Chissà se la pensano allo stesso modo le famiglie che, loro malgrado, hanno conosciuto e sofferto la violenza insanguinata delle Brigate Rosse, la loro follia terrorista. E se il passato criminale viene evocato, anche i riferimenti al presente non mancano. "Sparo alla Lega, prendo Salvini. Lo metto al contrario e gli mostro il c...", recita il testo di un brano. E poi: "Piazzo una carica dentro al Senato. Scappo veloce fra resto basso".

All'ascolto, un pugno in pancia, un'offesa continua. Da sinistra, intanto, nessuna ferma condanna.

E le chiamano provocazioni.

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