Una nuova triste storia di abusi ha sconvolto il Salento, ma questa volta la giustizia sembra aver fatto il suo corso. È stato infatti condannato il padre aguzzino, un 53enne originario del basso Salento, colpevole di aver violentato la figlia per ben quindici anni. Da questi sopprusi, dopo un primo aborto, nacque anche una bambina. Dopo la denuncia e le indagini, alle quali ha fatto seguito l'arresto nel dicembre dello scorso anno, oggi è arrivata la prima condanna: 30 anni di reclusione e trasmissione degli atti alla Procura per le valutazioni sulla condotta processuale della madre della vittima. Quest'ultima, oggi trent'enne, vive ormai lontano dai genitori. La sentenza è stata emessa dai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Lecce, presieduta da Francesca Mariano, di fronte alla quale è stato incardinato il processo, avviato a maggio e svoltosi a porte chiuse. La condanna rispecchia le richieste espresse nella requisitoria da Stefania Mininni, pubblico ministero e titolare del fascicolo.
Dopo un lungo e sofferto silenzio patito per circa vent'anni, la ragazza decise di raccontare gli abusi subiti dal padre sin da quando era solo una bambina di sette anni. Gli episodi sono infatti riconducibili agli anni che vanno dal 1995 al 2010. Da quelle violenze pressoché quotidiane, e in seguito ad un primo aborto all'età di 15 anni, nacque la sua primogenita. La donna trovò il coraggio di denunciare il suo carnefice a giugno 2017 e le indagini furono avviate dai Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni. Il 14 dicembre 2018 gli stessi militari eseguirono l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per il 53enne firmata dal giudice per le indagini preliminari Cinzia Vergine. In occasione dell'interrogatorio, l'uomo si avvalse della facoltà di non rispondere. Nel marzo scorso lo stesso gip, in accoglimento della richiesta del pubblico ministero Stefania Mininni, dispose il giudizio immediato per il responsabile.
La vittima si è costituita parte civile ed è stata rappresentata in giudizio dall'avvocato Erlene Galasso. L'imputato, invece, era difeso dai legali Luigi e Alberto Corvaglia i quali avevano chiesto l'assoluzione e, in subordine, la dichiarazione di intervenuta prescrizione. Le motivazioni saranno depositate nelle prossime settimane. Successivamente la difesa valuterà se procedere con il ricorso in corte d'Appello. Questa vicenda, purtroppo, richiama alla memoria un'altra triste storia che ha visto nuovamente per protagonista un padre orco e che suscitò indignazione nella città di Lecce.
Il responsabile, un venditore ambulante, abusava della figlia di otto anni quando la stessa (assieme al fratello) lo andava a trovare nell'abitazione in cui si era trasferito in seguito alla separazione dalla moglie. Le piccola subiva le molestie nel dormiveglia e, se opponeva resistenza, veniva minacciata e schiaffeggiata. L'uomo è stato condannato a sette anni e mezzo di carcere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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