Papa Francesco modifica il Catechismo: "Pena di morte inammissibile"

Papa Francesco ha voluto che il catechismo della Chiesa cattolica venisse cambiato: la pena di morte diviene inammissibile per qualunque circostanza

Papa Francesco modifica il Catechismo: "Pena di morte inammissibile"

Papa Francesco ribadisce un deciso "no" alla pena di morte.

"Il Santo Padre Francesco, nel Discorso in occasione del venticinquesimo anniversario della pubblicazione della Costituzione Apostolica Fidei depositum, con la quale Giovanni Paolo II promulgava il Catechismo della Chiesa Cattolica, ha chiesto che fosse riformulato l’insegnamento sulla pena di morte, in modo da raccogliere meglio lo sviluppo della dottrina avvenuto su questo punto negli ultimi tempi". A scrivere è il neo-porporato Luis Ladaria, gesuita e prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha raccolto l'appello fatto dal pontefice argentino. L'ecclesiastico che ha sostituito il cardinale Mueller è stato creato cardinale nell'ultimo concistoro.

Viene così riformulato l'art. 2267 del catechismo. Il tutto, hanno voluto specificare dalla Santa Sede, è avvenuto in continuità con i pontefici precedenti. Specie con le riflessioni sul tema fatte da San Giovanni Paolo II. "Il nuovo testo - ha continuato infatti Ladaria - seguendo le orme dell’insegnamento di Giovanni Paolo II in Evangelium vitae, afferma che la soppressione della vita di un criminale come punizione per un delitto è inammissibile perché attenta alla dignità della persona, dignità che non viene perduta neanche dopo aver commesso dei crimini gravissimi".

La novità più sostanziale sta nell'introduzione del fatto che la "consapevolezza sulla inammissibilità della pena di morte" sia "cresciuta 'alla luce del Vangelo'. "Il Vangelo - ha chiosato nel testo diramato il vertice dell'ex Sant'Uffizio - , infatti, aiuta a comprendere meglio l’ordine creaturale che il Figlio di Dio ha assunto, purificato e portato a pienezza".

Ma qual era la precedente formulazione? Come riportato anche da Vatican Insider, l'art.

2267, prima di questa rivisitazione voluta da Bergoglio, sosteneva che "l’insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell’identità e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla pena di morte, quando questa fosse l’unica via praticabile per difendere efficacemente dall’aggressore ingiusto la vita di esseri umani".

Prima i casi interessati erano considerati "molto rari" e anzi "praticamente inesistenti". Adesso la pena di morte diviene inammissibile in relazione a qualunque circostanza.

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