Coronavirus

Il Papa recita l'Angelus da "ingabbiato": "Vicino a chi soffre e cura"

Papa Francesco recita l'Angelus dalla biblioteca del Palazzo Apostolico. Vicinanza alle persone interessate dal coronavirus. Ma preghiere anche per la Siria

Screenshot da Vaticannews.it
Screenshot da Vaticannews.it

Il Papa ha pregato. In maniera del tutto straordinaria, l'Angelus odierno è andato in onda via streaming. In Vaticano ci hanno ragionato almeno per qualche ora. Ieri, poi, è arrivata la decisione ufficiale. Jorge Mario Bergoglio non si è affacciato dalla sua finestra su Piazza San Pietro in un primo momento, ma ha parlato al mondo dal Palazzo Apostolico. Lo stesso luogo da dove dovrebbero andare in onda anche le prossime udienze pubbliche, come quella di mercoledì 11 marzo. Lo stesso Santo Padre si è definito "ingabbiato", sottolineando però nell'immediato la sua stretta vicinanza a chi "lotta" per i "dimenticati".

Le autorità civili hanno preso delle decisioni. E la Santa Sede si è adeguata. Gli assembramenti, per via del coronavirus, non devono essere alimentati. Il pontefice argentino ha sin da subito rimarcato come queste modalità eccezionali siano state scelte per evitare la "diffusione del virus". Il tutto è stato trasmesso pure su Vatican News. "Essere testimoni di Gesù - ha detto Bergoglio - è un dono che non ci siamo meritati". Questa è stata una delle frasi di esordio. Il tema del Vangelo di oggi è quello della trasfigurazione. Jorge Mario Bergoglio, nel corso della sua riflessone dottrinale, si è soffermato sulla scelta degli apostoli operata da Gesù Cristo.

Il Papa, dopo la parte dottrinale, ha anzitutto posto un accento sulla situazione siriana. Una "crisi umanitaria" che deve comunque essere considerata "prioritaria". A questa riflessione è seguito un momento di preghiera e di silenzio. Poi la stretta attualità: "Sono vicino con la preghiera alle persone che soffrono per la attuale epidemia di coronavirus e a tutti coloro che se ne prendono cura", ha detto il vertice della Chiesa cattolica, che ha poi comunicato la sua volontà di affacciarsi sulla piazza per mostrarsi alle persone presenti. Qualche parola, durante l'Angelus, è stata riservata ai vescovi che stanno operando per "...incoraggiare i fedeli a vivere questo momento difficile con la forza della fede, la certezza della speranza e il fervore della carità". Per il Papa - come riportato pure dalla Lapresse - "questo momento" è connotato dal fatto di costituire una "prova" e da quello di poter arrecare "dolore". E la fede può fare da guida.

Un focus è stato posto su uno di quegli atteggiamenti che interesserebbero in modo negativo l'intero globo terrestre: "In questo mondo, segnato dall'egoismo e dall'avidità, la luce di Dio è offuscata dalle preoccupazioni del quotidiano. Diciamo spesso: non ho tempo per pregare, non sono capace di svolgere un servizio in parrocchia, di rispondere alle richieste degli altri...".

E ancora: "Ma non dobbiamo dimenticare che il Battesimo e la Cresima che abbiamo ricevuto ci hanno fatto testimoni, non per nostra capacità, ma per il dono dello Spirito", ha aggiunto Francesco, che, non rinunciando dunque a comparire dalla sua finestra ha salutato e benedetto le persone, molte meno del solito, che si sono comunque ritrovate in piazza San Pietro.

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