Cronache

La parabola di Galli: ora è indagato per i concorsi truccati

Durante il lockdown bacchettava gli italiani per i "comportamenti sconsiderati": adesso viene perquisito

La parabola di Galli: ora è indagato per i concorsi truccati

Uno degli effetti collaterali della popolarità, lo sa bene anche Luca Morisi, è che la ribalta mediatica somiglia al matrimonio: vale sia nella buona che nella cattiva sorte. Le tv sono in grado di farti brillare di luce propria, farti approdare nelle case degli italiani un giorno sì e l'altro pure, ma finiscono con l’amplificare anche eventuali passi falsi. È quello che deve aver scoperto stamattina Massimo Galli, già primario del reparto di Malattie Infettive del Sacco di Milano, volto di punta dei virologi star dell’Era Covid, quando ha saputo del decreto di perquisizione e sequestro eseguito in queste ore dai carabinieri del Nas di Milano: un'inchiesta della procura di Milano sta investendo il mondo universitario italiano. E lui risulta tra gli indagati.

Bel regalino di pensionamento per Galli, che pensava di potersi dedicare alla stesura di un "romanzo nel cassetto" e invece avrà una gatta da pelare di maggiore peso. Ovviamente, il garantismo è uno di quei principi che non si possono sventolare a targhe alterne. Dunque per noi è e resta innocente fino a prova contraria. Ma la notizia dell’indagine ormai è pubblica, e dunque va riportata: l’infettivologo appare nel calderone degli indagati in un’inchiesta che riguarda presunti concorsi universitari truccati. Oltre al televirologo, sono nel mirino della procura altre 32 le persone di cui 24 docenti universitari di importanti Atenei delle province di Milano, Pavia, Torino, Roma e Palermo. Il procedimento, coordinato da Maurizio Romanelli e dai pm Carlo Scalas e Luigi Furno, è stato avviato nel marzo 2018 sulla base di una denuncia querela. Come riporta l’Adnkronos, l’indagine riguarda “più episodi di condizionamento delle assunzioni pubbliche di docenti ordinari ed associati - ma anche di assistenti e dirigenti ospedalieri - secondo criteri non meritocratici, ma volti a favorire specifici candidati tramite la preventiva ‘profilazione’ dei bandi di concorso sul prescelto da favorire, ed anche grazie alla puntuale scelta di compiacenti membri delle commissioni concorsuali”. Gli indagati dovranno rispondere a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione, abuso d'ufficio, turbata libertà degli incanti e falsità materiale.

Insomma: a valutare le prime informazioni, sempre che le accuse vengano poi confermate al processo, pare si tratti di una serie di tecniche “baronali” per favorire questo o quell’altro candidato. Niente che non sappiano anche i bambini: di sicuro non è la prima volta che accade nel mondo, e probabilmente non sarà neppure l’ultima. Ma ciò che colpisce è che il pm contesta al professore reati che sarebbero stati commessi anche durante i lockdown del 2020. E cioè quando Galli pontificava dalla tv su tamponi, chiusure e via dicendo. Ricordate quando a marzo del 2021 bacchettò gli italiani per i "comportamenti sciagurati" tenuti sui navigli? Oppure i suoi scontri tv con conduttori, colleghi e giornalisti? E ancora: chi può dimenticare l'autorevolezza televisiva con cui ha pontificato a destra e a manca sulle misure da prendere per frenare la pandemia, a volte azzeccandoci e altre toppando le previsioni? Ecco. Possibile che l'uomo dalle 7/8 interviste in un giorno, il professore "in trincea", il simbolo dei rigoristi sempre sul pulpito, il sessantottino mai pentito, l’uomo delle regole sul coronavirus, possibile abbia davvero violato la legge? Staremo a vedere.

Certo sarebbe una nemesi incredibile: soprattutto per chi l'ha considerato l'infallibile profeta dell'intera lotta alla pandemia.

Commenti