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Parla Draghi: vaccinatevi tutti

Oggi in visita a Bergamo. Europa verso il sì (con precauzioni) ad AstraZeneca. Crisanti choc: niente scudo per i medici

Parla Draghi: vaccinatevi tutti

Non saranno i discorsi del caminetto a cui si dedicava settimanalmente via radio Franklin Delano Roosevelt durante la Grande depressione, ma a Palazzo Chigi c'è la convinzione che sia ormai necessario un cambio di passo per incoraggiare chi in questi ultimi giorni sta dubitando del piano vaccinale. Andrà dunque in questa direzione l'intervento che terrà questa mattina Mario Draghi, atteso a Bergamo proprio nella Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid. Il discorso ruoterà intorno al ricordo di quanto accaduto in una delle città che è diventata simbolo del dolore e della morte portate dalla pandemia in quest'ultimo anno. Ma guarderà anche avanti, cercando di rassicurare tutti sulla bontà dei vaccini e sulla necessità di riprendere a pieno regime la campagna di immunizzazione.

Molto, ovviamente, dipenderà dal parere dell'Ema su AstraZeneca. È atteso per il primo pomeriggio e - questo dicono i rumors - dovrebbe essere un sostanziale via libera alla casa farmaceutica anglo-svedese. Forse, è il timore che si respira al ministero della Sanità, con qualche paletto, magari sottolineando la necessità di «attenzionare» alcune situazioni. Anche per questo, per coordinarsi su una risposta comune dopo che arriverà il «verdetto» dell'Agenzia europea del farmaco, ieri ci sono stati ripetuti e costanti contatti tra Roma, Parigi, Berlino e Bruxelles. A livello di leader, ma anche di ministri della Salute. L'intenzione è quella di «rafforzare le iniziative unitarie» così da far capire che «i vaccini sono sicuri». Insomma, provare a giocare in attacco e non in difesa, perché è ormai chiaro che il caso AstraZeneca ha ingenerato frustrazioni e incertezze in un pezzo consistente della popolazione. Per altro, è la convinzione di tutti, non in base a evidenze scientifiche ma solo concentrandosi sul principio della massima cautela (che però non tiene conto dei rischi legati ad un eventuale fallimento della campagna vaccinale). L'intenzione, dunque, è quella di fare fronte unico, da declinare a seconda di quale sarà il parere di Ema. Ragione, questa, per cui Draghi potrebbe anche decidere di circoscrivere l'intervento mattutino a Bergamo per poi, magari nel pomeriggio dopo il via libera dell'Agenzia del farmaco, affidarsi a una nota scritta per mettere nero su bianco la necessità di riprendere a pieno regime la campagna vaccinale. Sfumature di forma, perché la sostanza resta la ferma convinzione del premier che l'immunizzazione di massa sia l'unica e sola via d'uscita.

In verità, però, il tema è così centrale che sarebbe opportuno il premier ci mettesse la faccia anche da un punto di vista fisico. La frenata impressa dal caso AstraZeneca ègià costata 200mila somministrazioni in meno, che a Palazzo Chigi contano di recuperare in due settimane. Per questo sarà fondamentale l'allargamento della platea dei vaccinatori. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, vorrebbe «coinvolgere» le farmacie e pensa al ricorso di turni straordinari per recuperare il ritardo. Mentre proprio ieri il ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, e il governatore del Friuli-Venezia Giulia, Massimo Fedriga, hanno firmato un protocollo per la somministrazione dei vaccini direttamente nelle fabbriche della regione.

A Palazzo Chigi, intanto, si sta lavorando su un'accelerazione dal punto di vista della comunicazione. Domani, al termine del Consiglio dei ministri sul decreto Sostegni, è attesa la prima conferenza stampa del premier da quando, ormai oltre un mese fa, si è insediato a Palazzo Chigi. Mentre per le prossime settimane si sta ragionando su una campagna ad hoc proprio sul tema vaccini, magari con dei testimonial non istituzionali che possano aiutare a infondere fiducia. Sul punto, spingono anche alcuni ministri. Mentre qualcuno avrebbe suggerito al premier di farsi lui stesso testimonial. Da questa settimana, infatti, la Regione Lazio ha iniziato a vaccinare gli ultrasettantenni.

Presto, dunque, toccherà a Draghi.

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