Un altro libro critico nei confronti dell'operato di Bergoglio. Dopo "Il papa dittatore", adesso è arrivato il "turno" di "The lost shepherd", cioè "Il pastore perduto". Un titolo che non lascia spazio a fraintendimenti.
L'autore, che è il fondatore del Catholic World News e che in passato è stato candidato al Senato degli Stati Uniti, si chiama Philip Lawler. Niente nomi "curiosi" in questa circostanza. Nel caso del "Papa dittatore", infatti, l'autore risultava essere un abbastanza improbabile "Marcantonio Colonna".
Lawler, invece, non solo si firma, ma sottotitola anche con chiarezza:"Come papa Francesco sta inducendo in errore il suo gregge". Un pontificato che sarebbe confusionario in materia di dottrina e che starebbe alimentando un "disagio crescente" tra i cattolici. Nonostanze le attese e le speranze suscitate nei fedeli dall'elezione al soglio di Pietro dell'ex arcivescovo di Buenos Aires.
Alcuni estratti del libro in questione sono stati tradotti e pubblicati su "Stilum Curiae", il blog del vaticanista Marco Tosatti: "Ogni giorno - ha scritto il giornalista americano nell'introduzione al suo testo - prego per papa Francesco. E ogni giorno (esagero, ma solo lievemente) il papa fa un’altra osservazione da cui si capisce che non approva i cattolici come me". E ancora:"Se il Santo Padre mi rimproverasse i miei peccati, non avrei di che lamentarmi. Ma nelle sue omelie nella messa della mattina a Santa Marta il papa mi rimprovera – e con me migliaia e migliaia di altri cattolici fedeli – per essere attaccati, e talvolta soffrire per le verità che la Chiesa ha sempre insegnato". Il pontefice argentino, avrebbe messo in discussione le basi stesse della tradizione e della dottrina cattolica, ma non solo.
Il pontificato di Bergoglio, secondo la visione di Lawler, avrebbe contribuito alla divisione della Chiesa. Almeno per due ragioni: "lo stile di governo autocratico" e "la natura radicale del programma che sta portando avanti senza sosta". È facile ipotizzare che il giornalista possa riferirsi al capitolo ottavo di Amoris Laetitia, alle modalità di dialogo con il mondo protestante e a ulteriori "svolte dottrinali" o singole azioni che sono state criticate in questi quasi cinque anni di magistero da parte dei cattolici.
Per quanto riguarda l'atteggiamento assunto, ancora, il papa dovrebbe avere una visione più assembleare del governo del Vaticano: "Una comprensione corretta dei limiti dell’autorità papale - ha scritto l'autore del libro in questione - aiuterebbe a risolvere la crisi corrente. Il vescovo di Roma non è un potentato solitario ma il leader del collegio dei vescovi".
Papa Francesco, così come viene specificato, non è tuttavia "un eretico", ma tramite l'azione del pontefice i fedeli sarebbero stati "indotti a mettere in questione se stessi, ciò in cui credono, la loro fede". I cattolici avrebbero perso la loro guida spirituale e guardando a Roma troverebbero solo "più domande" e "più confusione". "Il pastore perduto" potrebbe divenire un altro discusso caso editoriale.
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