Cronache

"Come schiavi". Dipendenti cinesi costretti a lavorare 15 ore al giorno

La Guardia di Finanza ha arrestato 3 amministratori di aziende che costringevano i dipendente cinesi a lavorare senza soste. Interviene anche la Meloni: "Tolleranza zero per chi non rispetta le regole"

"Come schiavi". Dipendenti cinesi costretti a lavorare 15 ore al giorno

La Guardia di Finanza ha arrestato 3 amministratori di fatto di tre aziende attive nel settore calzaturiero in provincia di Pavia, che costringevano i loro dipendenti, tutti cittadini cinesi, a lavorare dalle 10 alle 15 ore al giorno senza soste. Anche di notte. Le indagini sulle ipotesi di intermediazione illecita e sfruttamento di manodopera sono state dirette dalla Procura di Pavia e hanno portato gli investigatori a dimostrare l'esistenza di tre aziende vigevanesi attive nella fabbricazione di calzature in cui, ogni giorno, venivano sfruttati i dipendenti. Non solo i lavoratori erano cittadini cinesi, ma anche i caporali che li costringevano a lavorare, sia di giorno che di notte, dalle 10 alle 15 ore in modo consecutivo, senza aver diritto a pause e senza neanche eventuali giorni di riposo.

Tutto ripreso nei video

Gli uomini della Guardia di Finanza hanno acquisito le immagini delle videocamere nascoste all’interno degli opifici, grazie alle quali è stato possibile accertare come i lavoratori fossero costretti a lavorare, e anche a vivere, all'interno di queste stesse aziende in condizioni igieniche e sanitarie precarie, con assenza di riscaldamento o anche di letti adeguati. Secondo quanto emerso fino a questo momento, sembra che le ditte facessero ricorso a dei prestanome per nascondere la presenza e la direzione aziendale da parte delle tre persone arrestate che, nel corso dei controlli effettuati da parte di diversi enti statali, si presentavano come collaboratori, referenti dei titolari o anche solo come normali impiegati.

Al fine di rendere maggiormente difficoltosi i controlli, le aziende usavano cambiare sovente denominazione, titolare, ragione sociale e partita Iva. I dipendenti, che come abbiamo detto precedentemente erano tutti cittadini cinesi, ricevano dei compensi irrisori e in ogni caso molto al di sotto di quella che è la soglia fissata dei contratti collettivi di categoria. Inoltre, i lavoratori non erano pagati in base alle ore effettive di lavoro prestate, ma in funzione dei pezzi prodotti o lavorati, i quali venivano poi riportati su dei registri appositi.

Giorgia Meloni: "Tolleranza zero"

Su quanto avvenuto è intervenuta anche Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d’Italia ha scritto sulla sua pagina Twitter: "Tolleranza zero verso chi pensa che in Italia gli esseri umani possano essere trattati come schiavi, tolleranza zero per chi non rispetta le regole e fa concorrenza sleale". Ha poi continuato: “Avrebbero costretto il personale a lavorare in condizioni igienico sanitarie precarie, giorno e notte, con turni da 10-15 ore, senza un giorno di riposo”.

Meloni ha infine tenuto a ringraziare la Guardia di Finanza di Pavia per aver chiuso 3 opifici e arrestato i "caporali" cinesi che sono ora accusati di sfruttare i loro connazionali.

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