Si impenna in modo netto e preoccupante, specie in previsione di quelli che potrebbero essere gli ulteriori sviluppi nel prossimo futoro, il numero di persone costrette a rivolgersi ad un banco dei pegni per poter ottenere del denaro liquido, anche a costo di sacrificare gioielli tramandati da generazioni in famiglia o cari ricordi di una vita.
Dei dati in evidente crescita lungo tutto lo Stivale, come confermano i rilievi effettuati dalle società che gestiscono tali attività, con un incremento di oltre il 30% rispetto ai numeri registrati solitamente. "Ci stiamo accorgendo negli ultimi giorni dell’aumento di clienti", rivela il codirettore di Affide (la maggiore tra le società di credito su pegno presenti nel nostro Paese) Rainer Steger, come riportato da "Il Corriere". "Alla nostra sede principale al Monte di pietà di Roma abbiamo la coda già prima dell’apertura. Dopo un primo momento di flessione abbiamo avuto il picco negativo nella seconda metà di marzo, causa la limitata mobilità", rivela. "Ora stiamo recuperando i numeri pre-Covid, ma evidenziamo l’arrivo di persone nuove e immaginiamo saranno sempre di più nei prossimi mesi", conclude.
Una situazione dietro la quale si cela la disperazione di migliaia di nostri connazionali, costretti a vivere in una condizione di ristrettezza aggravata ulteriormente dalle problematiche connesse alla pandemia ed al conseguente lockdown.
"Non è vero che il funerale lo paga lo Stato. Mio marito è da un mese che aspetta nel deposito. È morto il 23 marzo, è stato cremato, ma adesso mi chiedono 400 euro", rivela una donna di origini siciliane di 78 anni. L'anziana, che vive nel capoluogo piemontese oramai da 55 anni, racconta cosa è accaduto al coniuge. "Aspetterà un altro mese la sepoltura, ma intanto sono costretta a pignorare i ricordi di una vita insieme", dice mentre si trova in coda dinanzi all'ingresso del monte dei pegni, ricordando tra le lacrime e con infinito dolore quei giorni terribili della malattia del marito. "Me l’hanno ucciso. Andava in ospedale a fare la dialisi, ma stava bene: è lì che ha preso sto virus, l’ultima volta è entrato e dopo otto giorni non c’era più", conclude.
Tante le categorie in coda, tra cui anche lavoratori indipendenti e professionisti che necessitano di denaro in contanti per mantenere in piedi le proprie attività. Si impegnano soprattutto monili di ogni genere, oro, pietre preziose. Una fila che inizia ore prima dell'apertura, ad indicare quale sia la necessità al giorno d'oggi di appoggiarsi ad istituti del genere. La gente si organizza con dei fogliettini con numeri progressivi, per darsi un'ordine preventivo: "Prima delle nove qui non aprono", rivela un uomo.
Una volta dentro, nel giro di massimo un quarto d'ora si può ottenere un prestito, con interessi applicabili a varie soluzioni: una polizza che va da 3 fino a 6 o 9 mesi con Tan del 7% valutato su base annua.
"Si rivolgono a noi
perché hanno sentito dire che il tutto avviene in modo facile, senza valutazioni patrimoniali", aggiunge ancora Steger. "Si esce con i soldi in mano, è un prodotto indicato in questo periodo", conclude.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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