Continua a crescere l'interesse per i Real assets presso gli investitori istituzionali di tutto il mondo, tra i quali figurano in prima fila le compagnie di assicurazione e i fondi previdenziali. La conferma arriva da un'indagine commissionata da BlackRock, e realizzata coinvolgendo 201 società a livello mondiale da The Economist Intelligence Unit (The Eiu), sui real assets, in particolare titoli immobiliari, infrastrutture e materie prime. Il fenomeno dei Real assets ha assunto dimensioni sempre più rilevanti dopo lo scoppio della crisi economico-finanziaria del 2007-2008 che ha determinato la necessità di una più ampia riallocazione verso gli investimenti alternativi da parte delle istituzioni che cercano di ridurre la loro dipendenza dalle azioni e dalle obbligazioni tradizionali.
Nel contesto attuale, che vede tassi d'interesse estremamente bassi, crescita lenta e perdurante incertezza per quanto riguarda le evoluzioni dei mercati finanziari nel medio termine, la metà delle istituzioni ha aumentato, negli ultimi tre anni, le quote destinate ad almeno una delle categorie dei Real assets. Ma c'è di più. L'indagine indica che entro i prossimi 18 mesi oltre la metà di questi investitori avrà in portafoglio esposizioni in una o due categorie di real assets.
Se, alla base di questi maggiori investimenti, sono stati identificati due fattori principali (il desiderio di accrescere i rendimenti e la visione del contesto macroeconomico), in molti casi emerge anche la necessità di disporre di un maggior reddito mentre, in misura meno frequente, sono citati altri obiettivi comunemente associati ai Real assets, in particolare la diversificazione e la protezione da un'eventuale aumento dell'inflazione. Ma quali mezzi e strategie vengono adottati dagli investitori per ottenere esposizione ai Real assets?
Quasi tutti gli intervistati (95%) investono nell'immobiliare, che ricopre da tempo un ruolo importante nei portafogli istituzionali. Il 65% detiene titoli appartenenti al settore delle infrastrutture, categoria più innovativa e a maggiore tasso di crescita. Poco meno di un terzo (29%) investe in materie prime. L'allocazione media ai Real assets si attesta all'11% del portafoglio totale, percentuale destinata a salire ulteriormente se gli intervistati manterranno inalterato l'approccio attuale. Nel complesso, i risultati dell'indagine segnalano la continua evoluzione dei real assets come componenti fondamentali all'interno dei portafogli istituzionali. In aggiunta, molte società stanno rafforzando il proprio personale nel settore, al fine di sostenere questo sforzo. Tuttavia, è necessario considerare le particolari condizioni finanziarie che hanno determinato una spinta in avanti per questa classe di attivi: la maggioranza degli intervistati ritiene che un aumento significativo dei tassi d'interesse li indurrebbe a ripensare alcune delle loro allocazioni ai Real assets. Resta il fatto che negli ultimi tre anni, quasi la metà delle istituzioni intervistate ha aumentato le proprie allocazioni in almeno una delle categorie di Real assets e, inoltre, nei prossimi 18 mesi sarà il 60% ad accrescere la propria allocazione in almeno una categoria. In particolare, il 49% degli investitori ha intenzione di farlo in infrastrutture, il 48% tra quelli in asset immobiliari e il 46% degli investitori in materie prime prevedono di aumentare le proprie allocazioni.
La necessità di incrementare il rendimento è una delle motivazioni, se non la motivazione principale, della crescita dell'allocazione al settore immobiliare: in questo segmento, il 63% degli investitori che intendono potenziare le allocazioni considerano i «rendimenti crescenti» tra le tre ragioni principali per la loro decisione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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