Arriva la Guardia di finanza al Casinò di Campione d’Italia, da qualche anno al centro di un'indagine che ipotizza irregolarità nella gestione della casa del gioco travolta da un buco di oltre 130 milioni di euro. Le Fiamme gialle di Como e lo Scico di Roma, su ordine della procura di Como, stanno perquisendo l’intera sala da gioco e diverse abitazioni alla ricerca di documentazione contabile e altro materiale che possa chiarire la situazione finanziaria del casinò. Le ipotesi di reato contestate agli indagati, alcuni dei quali sono già coinvolti in altre inchieste simili su altre case da gioco, sono associazione per delinquere, riciclaggio e peculato.
Fino a qualche anno fa, il comune di Campione d’Italia era il secondo per reddito pro capite. Oggi, le coso sono cambiate: il debito dell’amministrazione è altissimo. L’ago della bilancia dei conti pubblici è sempre stato quell’edificio nato nel 1933 e rifatto nel 2007 dall’architetto Botta (tra mille polemiche con un investimento pubblico da 9,3 milioni di euro). Perché il comune è proprietario del 46% della società Casinò Municipale Campione D'Italia Spa. Ed, ovviamente, se la sala da gioco ha debiti che somigliano a voragini, anche l’amministrazione ne risente. 538em;">Il Casinò di Campione, il più grande d’Europa, è sempre stato il bancomat dei campionesi: la gente entrava, giocava e nelle casse dell’amministrazione arrivavano soldi a palate. E gli abitanti, da sempre, o lavorano in comune o sono dipendenti della sala da gioco. Ma la situazione è ormai ribaltata: adesso è il casinò a spolpare le casse dell’amministrazione comunale.
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