Cronache

Pesca per caso reperti archeologici, ma li ributta in mare: denunciato

Un pescatore è stato denunciato per appropriazione indebita di beni culturali e danneggiamento: uscito in barca al largo di Viareggio, avrebbe pescato per caso due anfore di epoca romana risalenti a più di duemila anni fa, ma invece di segnalarle alle autorità le avrebbe ributtate in mare

Le anfore ritrovate
Le anfore ritrovate

Si è imbattuto per puro caso in due antiche anfore vinarie di epoca romana conservate dal mare, dopo essere uscito a largo con la sua imbarcazione per andare a pesca. Solo che, invece di segnalarne il ritrovamento alle autorità competenti, ha poi pensato bene di disfarsene, gettandole nuovamente in acqua come se niente fosse. E per questo motivo, dopo esser stato rintracciato, è stato denunciato per appropriazione indebita di beni culturali e danneggiamento, visto che la Soprintendenza alle belle arti per le province di Lucca e Massa Carrara ha confermato l'autenticità dei reperti rinvenuti.

Accusa di appropriazione indebita di beni culturali

Protagonista della curiosa vicenda svoltasi proprio nelle scorse ore sulle coste della Toscana è un pescatore "scoperto" da alcuni portuali della Versilia, che stando ai media locali hanno dato il via con le loro segnalazioni alle indagini condotte dalla capitaneria di porto di Viareggio. Questi ultimi avrebbero infatti segnalato di aver visto un uomo gettare "strani manufatti" nelle acque della darsena, simili a grossi proiettili ma difficili da indentificare anche a causa della scarsa visibilità, oltre che della distanza. In base a quanto spiegato dalla capitaneria in una nota, dopo aver localizzato successivamente l'area di abbandono degli oggetti, i militari della guardia costiera si sono avvalsi di una ditta locale di sommozzatori per le verifiche subacquee. E gli operatori subacquei hanno in questo modo scoperto di cosa si trattasse, (ri)portando alla luce due anfore romane delle dimensioni di circa un metro ciascuna (risalenti a quanto pare al II o al I secolo a.C.) fratturate nella parte centrale ma in buono stato di conservazione.

A quel punto gli inquirenti, dopo aver interessato il competente ufficio della Soprintendenza archeologica (che ha fatto sapere che i reperti ritrovati saranno restaurati) hanno intensificato le ricerche con l'obiettivo finale di risalire all'autore dell'abbandono. Sono stati per questo motivo ascoltati numerosi testimoni e sono state in un secondo momento acquisite anche le immagini girate dalle telecamere del circuito di sorveglianza del porto viareggino. E il filmato si è rivelato a posteriori fondamentali per arrivare alla chiusura dell'indagine: i fotogrammi estrapolati hanno portato ad identificare la persona in questione, la quale è stata immediatamente convocata negli uffici di polizia giudiziaria della capitaneria.

Appurata l'intenzionalità dell'uomo di disfarsi di quei beni, recuperati accidentalmente in mare, i militari hanno provveduto a darne notizia all'autorità giudiziaria per la commissione dei reati di appropriazione indebita di beni culturali e di danneggiamento.

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