Cronache

Vive "all'occidentale". Picchiata e segregata dal padre e dai fratelli stranieri

Non poteva avere contatti con l'esterno neanche telefonicamente, gli unici uomini con cui poteva stare erano quelli della sua famiglia. Se trasgrediva insulti e botte

Vive "all'occidentale". Picchiata e segregata dal padre e dai fratelli stranieri

Aveva provato a integrarsi, ma era stata minacciata di morte dal padre e dai fratelli. Per evitare ogni rischio di "contaminazione" l'avevano segregata a casa negandole ogni accesso al mondo esterno. Queste le condizioni di una ragazza di origini albanesi che ha avuto la forza e il coraggio di denunciare i suoi familiari-padroni.

Il racconto

La drammatica vicenda è accaduta a Castelnuovo Rangone, in provincia di Modena, dove una giovane è riuscita a raggiungere a scappare dalle grinfie familiari e raggiungere la caserma per denunciare l'incubo che stava vivendo. In lacrime ha raccontato ai carabinieri di insulti, botte ma soprattutto violenza psicologica da parte del padre ma anche dei fratelli. Non erano d'accordo sul fatto che si comportasse come le sue coetanee, quindi le impedivano amicizie o relazioni sentimentali con persone di sesso maschile. Negati anche i social. Il suo telefono doveva essere controllato continuamente come i suoi spostamenti.

Dopo la denuncia i militari hanno messo in atto i dovuti controlli e arrestato il padre-padrone assieme ai figli maschi in esecuzione di un'ordinanza di custodia in carcere emessa dal gip su richiesta della procura di Modena. Secondo le indagini i maltrattamenti andavano avanti da anni.

Durante l'arresto le forze dell'ordine sono riusciti a mettere le manette su tre del quattro indagati. Uno dei fratelli infatti era riuscito a sottrarsi dalla cattura fuggendo. È stato rintracciato in tarda serata a Carpi, dove si era nascosto a casa di parenti. Tutti gli indagati rispondono di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate in concorso. Domani mattina i quattro saranno sottoposti ad interrogatorio di garanzia in carcere. Nel frattempo sono detenuti presso la Casa Circondariale Sant'Anna.

La vicenda ricorda molto quelle di altre donne che hanno il diritto di vivere la loro vita all'"occidentale", ma spesso le loro storie finiscono in tragedia.

La protagonista di questo racconto avrà, con il giusto aiuto, la possibilità di una rinascita.

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