Cronache

Pistorius: "Sparai quattro colpi e non me ne resi conto"

L'ex atleta conferma la sua versione dei fatti: "Pensavo ci fosse qualcuno, mi sono armato per difendere me e Reeva"

Pistorius: "Sparai quattro colpi e non me ne resi conto"

È ancora in corso il processo che vede l'ex atleta paralimpico Oscar Pistorius accusato dell'omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp. In aula Pistorius ha raccontato che quella notte fra il 13 e il 14 febbraio si era svegliato a causa del "grande caldo". Sentendo sbattere la finestra e la porta del bagno, si sarebbe fatto prendere dal panico, pensando di doversi difendere dal presunto intruso con la pistola che teneva nascosta sotto il letto.

"È il momento in cui tutto è cambiato", ha detto Pistorius. Che poi ha aggiunto altri particolari: "Non ci sono porte fra il mio bagno e la mia camera, solo un corridoio. La prima cosa alla quale ho pensato è stato che avevo bisogno di armarmi e di proteggere Reeva". Ha spiegato poi di aver preso in mano la pistola. E, credendo che Reeva fosse distesa al suo fianco, le ha detto di non preoccuparsi e di chiamare la polizia. Armatosi di coraggio, ha intimato all'intruso di "andarsene" per diverse volte, trascinandosi sui monconi fino all'ingresso del corridoio che porta al bagno.

Non ricevendo però alcuna risposta, dopo essersi chiesto "se ci fosse qualcuno nel bagno, o sulla scala che avrebbe potuto utilizzare per entrare o dietro il muro", ha controllato la doccia e ha constatato che "non c'era nessuno". A quel punto la razionalità, per colpa della paura, è venuta meno. "Non sapevo dove puntare l'arma, ho sentito dei rumori che provenivano dalla toilette e prima di rendermi conto, avevo sparato quattro colpi", quelli piantati nel corpo della Steenkamp. Di ritorno nella camera da letto e non trovando Reeva nel letto racconta di aver subito chiamato aiuto e sfondato la porta della toilette con una mazza da cricket, che aveva messo per sicurezza prima di dormire contro la porta della sua camera "la cui serratura non era molto solida". L'udienza è stata sospesa dopo la testimonianza di Pistorius, che è scoppiato in lacrime.

A nulla è servita la vicinanza del fratello e dei familiari.

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