Cronache

Il pm: "Si droga, è pericoloso". Ma il gip nega il carcere per il pirata della strada

Varese, il gip nega la misura cautelare della detenzione in carcere per il pirata della strada che uccise una 17enne sulle strisce pedonali. Il pm: "Assuntore abituale di sostanze stupefacenti, è pericoloso"

Giada Molinaro
Giada Molinaro

Aveva travolto e ucciso una 17enne sulle strisce pedonali, poi era fuggito senza prestare soccorso. A processo per omicidio stradale, il gip nega la misura cautelare della detenzione in carcere per l'investitore.

L'incidente risale al 14 settembre 2016, quando Flavio Calogero Jeanne, cuoco 24enne, investì la giovane Giada Molinaro sulle strisce pedonali. Il pirata della strada, invece di fermarsi a soccorrere la ragazza, andò in stazione a prendere la fidanzata e si recò con lei, ignara di tutto, a mangiare una pizza. In seguito, cercò di nascondere l'accaduto rivolgendosi a un meccanico con una scusa puerile: "Ho investito un cinghiale".

Per il pm Massimo Politi, Jeanne è un assuntore abituale di sostanze stupefacenti e potrebbe fuggire mettendosi al volante di un’auto e creando pericoli. Per questo ha chiesto che la misura cautelare degli arresti domiciliari venisse aggravata con la detenzione in carcere.

Ma ieri sera il gip di Varese, Alessandro Chionna, ha negato la misura e ha fissato per martedì prossimo l'udienza in cui verrà celebrato il processo per omicidio stradale aggravato dalla fuga. L'imputato ha già scelto il rito abbreviato, perciò beneficerà dello sconto di un terzo della pena.

I genitori di Giada, Pasquale Molinaro e Stefania Marzano, che abitano in un viale a poche centinaia di metri da casa dell’investitore, vorrebbero il massimo della pena. Per questo hanno rifiutato l'offerta di risarcimento dell'assicurazione di Jeanne, che secondo il loro avvocato sarebbe arrivata fino a un milione di euro, per non concedere attenuanti all'imputato. E hanno anche rispedito al mittente la lettera in cui la famiglia del cuoco 24enne chiedeva scusa per la morte della ragazza. I Molinaro hanno reso pubblica la decisione di rifiutare il risarcimento, raccontandola a giornali e televisioni.

Mossa non gradita dagli avvocati della difesa, che hanno lasciato intendere, scrive il Corriere della Sera, che potrebbero chiedere lo spostamento del processo ad altra sede per il vento colpevolista che spira su Varese.

Nel frattempo hanno consegnato una perizia di parte, in cui si afferma che il giovane è fragile, solo apparentemente spaccone, e che quella sera fuggì per il panico: non ebbe il coraggio di affrontare la realtà perché è un bravo ragazzo che non aveva mai dovuto confrontarsi con un gesto così grave che ne avrebbe distrutto la reputazione.

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