Polemica gender al seggio: "La divisione maschi e femmine lede i diritti dei trans"

Polemica gender finita in denuncia in un seggio di Bologna. La protagonista è l'avvocata Cathy La Torre: "La divisione delle file in maschi e femmine è lesiva della privacy delle persone in transizione di genere"

Polemica gender al seggio: "La divisione maschi e femmine lede i diritti dei trans"

Che Italia ci aspetta dopo stanotte? In quale orribile dimensione sprofonderemo in caso di vittoria del centrodestra? Diventeremo un Paese illiberale? È ciò che si domanda il progressista medio, più o meno senza soluzione di continuità, dall’inizio di questa campagna elettorale. È quello che si domanda anche Cathy La Torre, "avvocata" specializzata in diritto antidiscriminatorio e attivista Lgbtqia+, nonchè sostenitrice del sindaco dem Matteo Lepore, su Twitter: "Bologna, seggio numero 16: uno scrutatore chiama le forze dell’ordine perché ho chiesto di mettere a verbale che la divisione delle file in maschi e femmine è lesiva della privacy delle persone in transizione di genere. Questa è l’Italia che ci aspetta?". Fine del dispaccio.

Insomma, un bel polverone. Non è la prima volta che succede, l’avvocata, per sua stessa ammissione, si batte da anni perché le procedure di voto siano più inclusive e attente alla riservatezza delle persone transgender. Non si tratta solo delle file, le file ci sono perché i registri anagrafici sono divisi con lo stesso criterio: rosa per le donne, azzurrino per gli uomini. La Torre li vorrebbe alfabetici, ed è determinata a mettere a verbale anche questo. "La presidente mi dice che lo chiedo ogni anno ma non cambia mai nulla, io rispondo che se sono qui a votare è perché credo ancora che serva, e così la penso per ogni singola battaglia", continua La Torre. La discussione deve essere andata avanti per un po’ e non è difficile immaginare che con il passare dei minuti anche i toni si siano arroventati. Fatto sta che uno degli scrutatori, sentendola insistere, ha chiamato le forze dell’ordine.

Ma c’è di più: "Non contento (lo scrutatore, ndr) mi diffama chiamandomi “pazza” ad altissima voce". Come è andata a finire? "L’ho appena querelato, ma che a un seggio si abusi così di potere e legge è un fatto che non possiamo accettare. Le file uomini e donne sono lesive della privacy di chi sta facendo una transizione di genere e io non sono pazza se chiedo di metterlo a verbale". Sui suoi canali social, l’attivista Lgbtqia+, ha pubblicato copia di ciò che alla fine è stato verbalizzato. "Preciso che non ho impedito alcuna operazione elettorale o di voto", viene specificato in chiosa.

Scorrendo le centinaia di commenti, tra cui spicca l’endorsement delle "bimbe di Conte", scopriamo che La Torre non è stata la sola a sollevare la questione di genere: "Nel Comune di Ravenna non mi hanno voluto far fare la verbalizzazione, anzi, sono stato trattato con disprezzo persino dalla forze dell’ordine", scrive qualcuno.

"È combattere battaglie come queste che ci fa perdere la guerra", leggiamo qualche commento dopo. Qualcuno, invece, ragiona: "Non voglio fare il polemico, ma credo che la divisione tra uomo e donna possa essere utile al fine di costruire dati statistici".

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