Cronache

Poliziotti accerchiati dai rom al camping River, i nomadi: "Non stavamo rubando"

Colti in flagrante dai poliziotti mentre svuotavano un container di merce rubata. Ma i rom si difendono: "Dentro c'era solo materiale in ferro di proprietà della cooperativa"

Poliziotti accerchiati dai rom al camping River, i nomadi: "Non stavamo rubando"

Verranno processati a marzo i due rom fermati nel camping River con l’accusa di furto. Lo conferma a ilGiornale.it Simonetta Lanciani, presidente di Isola Verde, la cooperativa che negli ultimi dodici anni si è occupata della gestione del campo di via Tenuta Piccirilli, nella zona nord di Roma.

I due erano finiti in manette dopo essere stati colti in flagrante dai poliziotti del commissariato Flaminio Nuovo mentre cercavano di svuotare il più in fretta possibile un container, per trasferire all’interno del campo nomadi una serie di “oggetti trafugati”. Questa la versione confermata dall’ufficio stampa della Questura di Roma. Ma secondo un portavoce della comunità rom, Marcello Zuinisi, i due nomadi, "raccoglitori di ferro" residenti nelle baracche del camping River, in realtà, “non stavano rubando”. “Sono stati rilasciati subito dopo essere stati condotti in commissariato”, ci spiega al telefono.

“Nel container c’era solo minutaglia di ferro che apparteneva a noi della cooperativa”, precisa la presidente di Isola Verde, “e io stessa nella deposizione resa alla polizia ho chiarito che non hanno rubato nulla, perché all’interno del magazzino non c’erano oggetti rubati”. Secondo la ricostruzione della donna, che ha assistito al fermo dei due, all’interno di uno dei furgoni appartenenti ai nomadi c’erano oggetti in ferro di proprietà della cooperativa, mentre in un altro i poliziotti hanno trovato alcuni oggetti di metallo di provenienza sconosciuta. “Comunque, roba di poco valore”, spiega.

“Sì, c’è stata una protesta, ma non è stata violenta”, prosegue la presidente della cooperativa riferendosi alla reazione dei residenti del campo, che hanno accerchiato gli agenti dopo l’arresto dei due. “I parenti non volevano che fossero arrestati e hanno protestato verbalmente”, racconta Simonetta Lanciani. “C’erano un centinaio di persone, tra cui donne e bambini - continua la donna - la moglie di uno di loro ha iniziato ad urlare, ma si tratta di una reazione normale in questi contesti”. “I poliziotti si sono sentiti aggrediti, ma dal nulla”, le fa eco il portavoce della comunità rom.

Lo scorso 30 settembre, in previsione dello sgombero dell’accampamento, il Campidoglio aveva deciso di non concedere ulteriori proroghe alla cooperativa che per anni si è occupata della gestione del camping River. Ma la stragrande maggioranza delle famiglie nomadi residenti nel campo, circa 400, sono rimaste nella baraccopoli che, lungi dall’essere smantellata, nel frattempo è diventata a tutti gli effetti abusiva. E nel campo la situazione sembra essere già fuori controllo.

Gli uffici della cooperativa, che da circa quindici giorni ha sospeso tutti i servizi finora erogati, si sono trasformati in rifugi di fortuna e all’inizio della settimana un gruppo di nomadi ha occupato anche alcune casette in muratura che sorgono in un terreno adiacente al campo. “Hanno preso possesso di circa venti camere e di un locale più grande, una ex pizzeria che noi usavamo come mensa”, dice a ilGiornale.it la presidente di Isola Verde, che denuncia come già nel mese ottobre nell’accampamento si sarebbero trasferiti 40 nuovi ospiti.

E il rischio è che ora, complice l’assenza di controlli, il numero degli occupanti abusivi aumenti.

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